Salario minimo: siano «vincolanti i contratti collettivi più rappresentativi»

L’esortazione arriva dalle Acli, secondo cui «va rafforzata la rappresentanza e la partecipazione dei lavoratori nelle aziende». L’invito a individuare un «apposito indice di misurazione»

Al termine della Direzione nazionale che si è svolta ieri, 13 luglio, a Roma, le Acli tornano sul tema del salario minimo, definendone «determinante» l’istituzione. «Deve essere fissato rendendo vincolanti per tutti i contratti collettivi maggiormente rappresentativi, e non fissando per legge i 9 euro l’ora», precisano in una nota diffusa a conclusione dell’incontro. Ancora, secondo l’associazione, «va rafforzata la rappresentanza e la partecipazione dei lavoratori nelle aziende perché sfruttamento e lavoro povero ci sono dove i lavoratori non contano nulla».

Parallelamente, «vanno annullati, individuando un apposito indice di misurazione, tutti quei contratti collettivi nazionali che non garantiscono un’esistenza libera e dignitosa, come la nostra Costituzione sancisce all’articolo 36», si legge ancora nella nota. Inoltre, «è urgente un’azione a 360° gradi che contrasti l’impoverimento e lo sfruttamento nel lavoro attraverso il rinnovo dei contratti collettivi scaduti, l’aumento dei controlli sul lavoro nero (e grigio), il contrasto del part time involontario e l’obbligo per tutti i committenti, pubblica amministrazione compresa, di essere responsabili della presenza esclusiva, e del rispetto, di contratti dignitosi in ogni azienda della quale si avvalgono», è la conclusione.

14 luglio 2022