Corridoi umanitari: 95 profughi accolti da Sant’Egidio, Unhcr e Chiese protestanti

Sono arrivati ieri sera a Fiumicino provenienti da Sud Sudan, Eritrea, Etiopia, Somalia, Camerun e Siria. Impagliazzo: il programma è da allargare per i migranti economici e i ricongiungimenti

Sud Sudan, Eritrea, Etiopia, Somalia, Camerun e Siria. È da questi Paesi che sono arrivati a Fiumicino ieri sera, 30 giugno, 95 profughi, accolti dalla Comunità di Sant’Egidio, dopo aver vissuto il dramma e l’incubo dei campi di detenzione in Libia ed essere stati vittime di torture e gravi maltrattamenti. Questa mattina, nella sede della Comunità di Trastevere, si è svolta una conferenza stampa, durante la quale sono stati accolti i migranti e lanciato un monito sull’urgenza di integrare e sviluppare sempre di più il sistema dei corridoi umanitari. L’arrivo di ieri, infatti, è stato reso possibile grazie al protocollo firmato dai ministeri dell’Interno e degli Esteri con l’Unhcr, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, la Tavola Valdese e la stessa Comunità di Sant’Egidio. Un progetto che prevede l’arrivo di 500 profughi da ospitare in diverse regioni italiane – Lazio, Sicilia, Emilia Romagna, Toscana e Liguria – e che ha già accolto altri migranti nei mesi scorsi con due voli charter. Alcuni di loro, inoltre, erano presenti questa mattina, e a loro è stato rivolto un lungo applauso.

Carlotta Sami

Ad aprire la conferenza stampa Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr in Italia. «È sempre un’emozione fortissima quando arriva un volo, quando si possono aiutare delle persone e si vede sui loro volti una felicità indescrivibile – ha spiegato -. Le vie sicure sono più che mai necessarie e negli ultimi anni abbiamo varcato la drammatica cifra di 100 milioni di persone che hanno dovuto abbandonare le loro case. Una cifra record che investe la comunità internazionale della responsabilità di coinvolgere istituzioni, politica e società civile per gestire, con umanità, questi corridoi. Soltanto se resi davvero strutturali e moltiplicati alla giusta dimensione – ha evidenziato – possono contribuire a evitare nuove tragedie».

Marco Impagliazzo

La necessità di allargare la “best practice” dei corridoi umanitari è stata sottolineata anche da Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, che ha rivolto un appello al Parlamento. «Bisogna inserire di nuovo, nell’ordinamento italiano, la figura del Garante per l’Immigrazione, figura cancellata nel 2002, così come – ha affermato – c’è la necessità di allargare i corridoi anche ai migranti economici e per i ricongiungimenti familiari». Al Governo, invece, la richiesta di «allargare il Decreto Flussi per i lavoratori stranieri, già ampliato a 76.700 individui, ma ancora insufficiente per la mole di persone che chiedono di lavorare in Italia». L’accoglienza dei 95 profughi arrivati ieri è stato però anche «un momento di festa», secondo Impagliazzo, perché «dimostra che siamo un Paese di accoglienza e che ha a cuore la vita di chi soffre».

Daniele Garrone

«Oggi – ha concluso Daniele Garrone, presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia – vogliamo dare un segnale affinché i corridoi umanitari diventino una politica strutturale dell’Unione Europea». In particolare Garrone ha posto l’accento sull’Ucraina. «Abbiamo avuto bellissimi esempi di solidarietà grazie a tante persone generose e all’impegno delle diverse chiese – ha detto -. Questo deve valere come insegnamento tanto per le persone quanto per la politica». Accogliere e integrare chi scappa dai conflitti, infatti, secondo Garrone «dovrebbe essere un modus operandi standard», senza fare differenze tra profughi di serie A e di serie B. Ecco, quindi, che ha auspicato «un cambio di passo nelle politiche europee di accoglienza e nelle popolazioni dei Paesi che accolgono i migranti».

1 luglio 2022