Il Papa: «Domandiamoci: cosa faccio io per il popolo ucraino?»

L’ennesimo appello al termine dell’Angelus. Il ricordo della crisi in Myanmar: «La comunità internazionale non dimentichi il popolo birmano». Gli auguri per l’Incontro mondiale delle famiglie

Al termine dell’Angelus, nella solennità del Corpus Domini, ieri, 19 giugno, Papa Francesco è tornato a rivolgere ancora un appello per l’Ucraina. «Non dimentichiamo il martoriato popolo ucraino in questo momento, popolo che sta soffrendo», ha detto alle circa 20mila persone che, secondo la Gendarmeria vaticana, affollavano piazza San Pietro. «Io vorrei che rimanga in tutti voi una domanda – ha aggiunto -: cosa faccio io oggi per il popolo ucraino? Prego? Mi do da fare? Cerco di capire? Cosa faccio io oggi per il popolo ucraino? Ognuno risponda nel proprio cuore», l’invito.

Nella preghiera del Papa anche un altro scenario di crisi: «Giunge ancora dal Myanmar il grido di dolore di tante persone a cui manca l’assistenza umanitaria di base e che sono costrette a lasciare le loro case perché bruciate e per sfuggire alla violenza – ha denunciato -. Mi unisco all’appello dei vescovi di quell’amata terra, perché la comunità internazionale non si dimentichi della popolazione birmana, perché la dignità umana e il diritto alla vita siano rispettati, come pure i luoghi di culto, gli ospedali e le scuole. E benedico la comunità birmana in Italia, oggi qui rappresentata».

Da ultimo, Francesco ha ricordato l’ormai imminente apertura del X Incontro mondiale delle famiglie, che inizierà mercoledì 22 giugno a Roma e contemporaneamente in maniera diffusa in tutto il mondo. «Ringrazio i vescovi, i parroci e gli operatori della pastorale familiare che hanno convocato le famiglie a momenti di riflessione, di celebrazione e di festa – l’omaggio del pontefice -. Ringrazio soprattutto gli sposi e le famiglie che daranno testimonianza dell’amore familiare come vocazione e via di santità. Buon incontro!».

20 giugno 2022