Dal meeting delle associazioni appello alla tutela dell’identità della famiglia

Dibattito su “Matrimonio e unioni civili” alla rassegna del Forum famiglie Lazio. Belletti: «Aiutiamo il Parlamento a prendere la strada giusta»

Inaugurata con un dibattito su “Matrimonio e unioni civili” la rassegna organizzata dal Forum famiglie Lazio. Belletti: «Aiutiamo il Parlamento a imboccare la strada giusta»

Il dibattito sulle unioni civili anima le aule del Senato, ma ha trovato ampio spazio anche al Meeting delle famiglie. La terza edizione della rassegna organizzata dal Forum delle associazioni familiari del Lazio, intitolata “Desiderio di famiglia”, è stata inaugurata ieri, giovedì 2 luglio, all’istituto Pio XI del Tuscolano (via Umbertide 11). «Siamo qui per fare festa e testimoniare la bellezza della famiglia», ha spiegato alla cerimonia di apertura Emma Ciccarelli, presidente del Forum famiglie del Lazio. Motivo più che sufficiente per approfondire un argomento quanto mai delicato e di stretta attualità come il rapporto tra “Matrimonio e unioni civili: quale legislazione per il futuro del Paese?”. Oggetto del confronto, introdotto dalla presidente del Forum Lazio Emma Cicarelli, è stato il disegno di legge Cirinnà, attualmente in discussione al Senato. «É stato accettato un emendamento presentato da alcuni cattolici del Pd che premette al testo base che le unioni civili devono essere un istituto giuridico originario, e dunque qualcosa di diverso rispetto ai matrimoni», ha spiegato il giornalista di Avvenire Mimmo Muolo, moderatore dell’incontro. Una premessa che potrebbe cambiare le regole del gioco e, non a caso, ha portato Ivan Scalfarotto, sottosegretario per i rapporti con il Parlamento, allo sciopero della fame.

«Ciò che va sostenuto è la tutela dei diritti delle persone – ha sottolineato Francesco Belletti, sociologo e presidente nazionale del Forum famiglie – ma va assolutamente garantito che qualunque regolazione sia differente rispetto alla scelta matrimoniale». Il perché è molto semplice: «L’identità della famiglia è chiarissima nel sentire del popolo e si rifà all’articolo 29 della Costituzione, secondo cui è fondata sul matrimonio, sulla differenza sessuale tra i coniugi e sull’apertura alla vita. Credo che entro l’anno – ha concluso Belletti – il nostro Parlamento arriverà a una decisione e dobbiamo aiutarlo a imboccare la strada giusta». Emanuele Bilotti, docente di diritto di famiglia all’Università europea di Roma, è convinto che non basti definire l’unione civile un istituto giuridico originario. «L’istituzione matrimoniale è oggetto di una particolare protezione da parte della Costituzione e dà vita a un rapporto di dedizione sessuale esclusiva permanente tra i due coniugi. Questo vincolo crea un contesto di vita che è il più adeguato per l’accoglienza e l’educazione della prole». Ecco perché, secondo il giurista, «si deve arrivare a un riconoscimento giuridico delle unioni dello stesso sesso senza istituzionalizzare tali relazioni».

«Temo che una battaglia contro l’istituzionalizzazione del matrimonio omosessuale sia una battaglia persa», ha dichiarato dal canto suo Giovanni Doria, ordinario di diritto civile all’Università di Tor Vergata. Il vero processo da arrestare, ha avvertito il giurista, è «il diritto alla genitorialità» avanzato dalle coppie dello stesso sesso, che spianerebbe la strada allo «shopping della filiazione» ed è contenuto nell’articolo 18 del ddl Cirinnà. «Il contributo dei giuristi al legislatore – ha osservato Doria – è far capire che esiste un limite: la genitorialità non è un diritto individualistico perché deve tenere conto dell’interesse prevalente del figlio». Sui fenomeni di multiparentalità derivati dal riconoscimento dei matrimoni gay si è soffermata infine Ursula Basset, dell’Università cattolica dell’Argentina, dove i matrimoni tra persone omosessuali sono ammessi dal 2010. «La coppia, oggi, non è cosciente delle molteplici trascendenze del proprio compito. Porta tesori così grandi in vasi di creta. Senza figli il matrimonio si frammenta in mille pezzi» e i bambini che crescono con genitori dello stesso sesso sono «privati di riferimenti solidi e stabili», con la conseguenza che la loro personalità si frammenta come quella dei genitori.

3 luglio 2015