Luca, il clochard pittore: dalla strada alle gallerie d’arte

Inaugurata nello spazio di Fabrizio Di Nardo l’esposizione del più conosciuto dei senza dimora del rione Monti. 50 opere da battere all’asta, per realizzare il sogno di andare a New York

Pennellate nette e decise, in mezzo a una miriade di colori, che in realtà sono colpi di pennarello «che vogliono sottolineare ed esaltare le parti belle a discapito di quelle brutte». Perché il messaggio è quello di «valorizzare il buono che c’è in noi e in ciò che ci circonda, eliminando tutto il male». Sono le opere d’arte così come le racconta il suo autore, Luca Incatasciato. Non si tratta di un’artista qualunque, né è una esposizione qualunque quella inaugurata lo scorso 20 maggio nel pieno centro di Roma, a via degli Zingari, nella galleria di Fabrizio Di Nardo. Luca, infatti, è forse il più conosciuto dei clochard dello storico rione Monti: il 45enne senzatetto siracusano che declama comizi con stretto accento siciliano e, vestito sempre con stile e mai in modo sciatto, passa le giornate a dipingere quadri «disseminati di colori, linee, cuori, dove esplode tutto ciò che si vive e si vede stando in strada», commenta Egidio Eleuteri, storico dell’arte e segretario generale della Fondazione Belle Arti di Roma.

La storia di Luca, almeno quella che si conosce, inizia 17 anni fa, quando sbarca alla stazione Termini e da quel momento «quasi mai lascia Roma», come racconta lui stesso. «Da sempre ho avuto il desiderio di sopravvivere come artista di strada, magari suonando e cantando, finché non ho iniziato, per puro caso, a dipingere con i pennarelli». All’inizio i quadri «li regalavo – racconta -, neanche pensavo di poterci fare qualcos’altro. Poi è arrivato un sacerdote che di tanto in tanto li prendeva lasciandomi dei soldi» e da lì ha iniziato un po’ a regalarli un po’ a darli ricevendo qualche offerta. Fino a tre anni fa, quando è arrivato l’incontro con il pittore Fabrizio Di Nardo. «In realtà conoscevo Luca da più tempo, ma tre anni fa ho intuito il suo talento e ora abbiamo aperto questa esposizione. L’obiettivo – afferma Di Nardo – è far conoscere la sua arte, per poi battere all’asta le cinquanta opere esposte e permettere a Luca di realizzare il suo sogno, quello di andare a New York».

Ecco dunque la mostra “Luca goes to New York”, curata dall’artista italo-argentino Mario Alvarez. «Quando ho visto le opere di Luca ho pensato subito a una dimensione spirituale, perché dai tratti dei pennarelli delle sue tele si vede come anche nel mucchio di strisce e colori può risaltare qualcosa di bello, di positivo. La mostra e l’arte sono per tutti, fruibili da tutti – spiega Alvarez – ma anche chi non è credente secondo me può scorgere un qualcosa di ancestrale in queste opere». Una dimensione, questa, sottolineata dallo stesso autore, che non si sottrae alle domande, pur rimanendo modesto ai complimenti. «Anche se alcuni quadri sono piccoli – spiega – il lavoro è lungo, perché cerco sempre di migliorare i tratti dei miei pennarelli e dove vedo che c’è una sbavatura o qualcosa di brutto ci passo sopra molte volte, per far venire fuori solo qualcosa di gradevole».

Infine, ed ciò che più di tutto vuole sottolineare Di Nardo, l’arte come percorso per migliorare e migliorarsi. «Secondo me – racconta ancora il curatore – è una sorta di miracolo perché la strada ha fatto diventare buono e disponibile Luca, ma l’arte più di ogni altra cosa ha esaltato questo suo carattere, questo suo modo di essere pacato e affabile con chiunque».

23 maggio 2022