Russo (Cei): «Non abbassare la guardia contro l’antisemitismo»

Il segretario generale della Conferenza dei vescovi all’inaugurazione della mostra itinerante “Arte nella Shoah”, alla Lateranense: 21 pannelli con opere della collezione dello Yad Vashem

«Non dobbiamo e non possiamo abbassare la guardia». Il segretario generale della Cei Stefano Russo lo ha affermato con forza, partecipando ieri, 28 aprile, all’inaugurazione della mostra itinerante “Arte nella Shoah”, alla Pontificia Università Lateranense, promotrice dell’evento insieme all’ambasciata di Israele presso la Santa Sede. «I segnali di antisemitismo sono presenti – ha avvertito -. Dobbiamo segnalare che la causa di tutto questo è l’ignoranza e l’indifferenza. Malattie gravi che colpiscono questa nostra società. Difficilissime da curare. Ecco perché le istituzioni civili e religiose hanno il compito grave, urgente, indispensabile del fare memoria».

In mostra nell’ateneo del Laterano 21 pannelli raffiguranti opere d’arte provenienti dalla collezione d’arte dello Yad Vashem, l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Gerusalemme. «Non basta essere contro l’antisemitismo, non è sufficiente – ha ribadito monsignor Russo -; è importante, necessario, urgente essere “per”. Aver a cuore, aver attenzione, prendersi cura, stima degli ebrei, della comunità ebraica presente in Italia, in Europa e nel mondo». Anche i disegni esposti, ha continuato, «chiedono alla nostra libertà di non dimenticare, anzi di essere memoria viva. Ci chiedono di sostare, guardare per abitare quel mondo che le opere vogliono trasmettere. Sostare vuole dire fermarsi, cioè stare, scegliere di stare perché non si può e non si deve dimenticare – ha aggiunto -. Guardare significa non chiudere gli occhi. Guardare per renderti conto di che cosa è capace l’uomo verso il suo simile, verso suo fratello e sua sorella. Abitare significa dare spazio alla propria memoria che registra queste immagini, in un certo senso le fa sue. Cioè non può dimenticarle».

Il segretario generale ha ribadito anche l’impegno della Conferenza dei vescovi in questo ambito. «Ciò che ci sta a cuore –  ha ribadito – è la piena applicazione delle indicazioni di Nostra Aetate e dei Documenti che hanno fatto seguito a questa importante dichiarazione. Il lavoro di collaborazione che gli uffici della Segreteria generale hanno con l’Ucei sta compiendo passi che ci incoraggiano in questo senso e che vogliamo portare avanti perché anche questo è sostare, guardare, abitare, non dimenticare. La nostra azione – ha concluso – possa promuovere un impatto culturale efficace ed incisivo nella società italiana. Tutto quello che possiamo fare facciamolo – l’esortazione -. Per portare luce là dove sono le tenebre. Diradare la nebbia è un compito arduo, ma non possiamo esimerci dal farlo, e farlo quotidianamente».

Con Russo, erano presenti all’inaugurazione anche il biblista della Lateranense Antonio Pitta, Edith Bruck, scrittrice, poetessa e testimone della Shoah, che ha ripercorso la sua esperienza nei lager nazisti – salutata, al termine, da un lunghissimo applauso dei presenti -, e l’ambasciatore di Israele presso la Santa Sed, Raphael Schutz, che ha ricordato “Yom HaShoah”, il giorno in cui si ricordano le vittime della Shoah, che secondo il calendario ebraico ricorreva proprio ieri. Come ogni anno, per questa ricorrenza, Israele si ferma alle 10 in punto (le 9 in Italia), al suono delle sirene in ricordo dei 6 milioni di ebrei sterminati dai nazisti. A moderare l’evento, il rettore della Lateranense Vincenzo Buonomo.

29 aprile 2022