De Donatis: «Chiamati a vivere il mistero di Cristo come presente»

Il cardinale ha presieduto la Messa nella basilica di San Marco Evangelista al Campidoglio nella festa patronale, il 25 aprile. «Le bellezze artistiche di questa chiesa ce lo ricordano»

«Il Vangelo di Marco ci aiuta a vivere la fede nel presente, non come mero racconto del passato, e le bellezza artistiche di questa chiesa ce lo ricordano». Lo ha detto il cardinale vicario Angelo De Donatis ieri, 25 aprile, presiedendo la Messa nella festa patronale della basilica di San Marco Evangelista al Campidoglio, della quale è titolare, dopo esserne stato parroco dal 2003 al 2015. «Quando ero qui – ha raccontato durante l’omelia – dicevo sempre di farci avvolgere e stupire dalla bellezza, prendendo spunto dalle opere di questa chiesa e facendo ovviamente riferimento a quanto di bello c’è nella fede e nel mistero di Dio».

Una parrocchia, quella di San Marco, tra le più antiche della Capitale, che fa parte dei 25 titoli originali da assegnare ai cardinali, e rappresenta il luogo di culto di riferimento per i veneti residenti a Roma. Le origini della basilica infatti risalgono a Papa Marco, che la fece costruire nel 336; fu poi ristrutturata con le attuali decorazioni barocche nel XVII e XVIII secolo e per molto tempo era prassi assegnarle come titolare il patriarca di Venezia, come accadde con Albino Luciani, futuro Giovanni Paolo I. «Oggi – racconta il parroco Renzo Giuliano – soffriamo i problemi delle parrocchie del centro di Roma, avendo pochissimi fedeli residenti». La chiesa può comunque contare sulle «bellezze artistiche di maestri come Antonio Canova, Monaldi, Cortois, Pietro da Cortona e tanti altri. È diventata quindi una meta per migliaia di turisti e la cornice ideale per la celebrazione dei matrimoni», prosegue monsignor Giuliano, che però ci tiene a sottolineare come sia «importante accogliere i turisti che, seppur di passaggio, si fermano a pregare». La popolazione residente è per lo più costituta da anziani e le case sono distanti rispetto a piazza Venezia, ma questo «non ci impedisce di veicolare i nostri sforzi per valorizzare le opere artistiche e stiamo ora completando i lavori per riaprire gli scavi archeologici sotterranei».

La parrocchia di San Marco Evangelista copre dunque la parte più antica e storica della città di Roma e ha al suo interno ben 7 chiese rettorie: San Lorenzo de’ Speziali; Santa Maria in Aracoeli; Santi Luca e Martina; San Giuseppe dei Falegnami; la basilica dei Santi Cosma e Damiano; Santa Francesca Romana; la Chiesa del Gesù. «Un aspetto fondamentale», secondo il parroco, perché «evidenzia la vocazione stessa della parrocchia, ovvero camminare al fianco di fedeli e turisti, formando la coscienza cristiana tanto negli aspetti di fede quanto in quelli culturali».

Commentando il Vangelo del giorno, con il racconto del mandato agli apostoli ad andare in tutto il mondo proclamando la Parola, De Donatis nell’omelia ha spiegato che «oggi siamo chiamati a vivere il mistero di Cristo come presente e a partire, come fecero gli Undici. Dobbiamo partire e annunciare il Regno in tutto ciò che facciamo: nel lavoro, nella vita quotidiana, in famiglia, nelle relazioni». Il cardinale ha infine raccontato la personale «commozione provata nel pensare alla storicità di questa chiesa che ci ricorda che quanto scritto da Marco è più attuale che mai, perché ciò Dio faceva allora continua a farlo oggi».

26 aprile 2022