Centro Astalli: gli sfollati nel mondo verso quota 90 milioni

Presentato il Rapporto 2022. Il “peso” della guerra in Ucraina. Il presidente Ripamonti: «La cultura europea ha giocato sempre in difesa, mai con il coraggio della pace». Hollerich (Comece): «Impossibile accettare i 25mila morti nel Mediterraneo dal 2014»

«Il mio motto oggi è “Vivere con la testa fredda e il cuore ardente”. Non voglio che il mio cuore diventi la casa di odio e paura, perciò scelgo di offrire il mio aiuto. Il più importante campo di battaglia oggi è la coscienza umana, dove ciascuno è responsabile per quello che sceglie di fare o non fare per contribuire alla giustizia e alla pace nel mondo». La testimonianza di Olha, originaria di Leopoli e fuggita dalla guerra, ha aperto la conferenza stampa di presentazione del Rapporto 2022 del Centro Astalli svoltasi questa mattina, 12 aprile, al Teatro Argentina. Olha è psicologa e da Roma continua a lavorare online «dando sostegno alle persone in Ucraina che vivono le situazioni dell’emergenza» e aiuta i rifugiati ucraini arrivati nel Lazio. «Mentre a casa mia si combatte a costo della vita – ha aggiunto -, ho il dovere di contribuire come posso e dove posso affinché si avvicini la pace».

Secondo recenti stime, con la guerra in Ucraina gli sfollati nel mondo nel 2022 potrebbero raggiungere quota 90 milioni. «Ancora troppi ma, cosa ancora più grave, il diritto d’asilo è stato indebolito sotto i colpi di una cultura europea che ha giocato sempre in difesa, mai con il coraggio della pace», ha affermato padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli. «Auspichiamo – ha aggiunto – che la solidarietà di queste settimane non sia solo l’ennesimo entusiasmo passeggero. Il sangue della barbarie della guerra che ha bagnato ancora una volta la terra dell’Europa possa far rinascere con più forza quei principi di giustizia, uguaglianza, democrazia alla base dell’Unione». Ancora, guardando all’Italia post Covid ha sottolineato che «il 2021 doveva essere l’anno della ripartenza. Ma non basta una buona ripresa economica per ripartire con un orizzonte culturale diverso, invertendo la tendenza del nostro Paese e dell’Europa che hanno dimenticato per anni le persone più fragili e che hanno posto sempre più ostacoli all’ingresso dei migranti».

Durante l’incontro, moderato da Marino Sinibaldi, presidente del Centro per il libro e la cultura, è stato trasmesso il video massaggio del cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente della Commissione delle Conferenze episcopali europee, il quale ha rimarcato che «la terribile, disumana e ingiusta guerra in Ucraina rende più che evidente che la pace non è scontata». Per il porporato inoltre non è possibile accettare i circa 25mila migranti morti nel Mediterraneo dal 2014. «È uno scandalo per le coscienze – ha detto -, una vergogna per la civiltà».

L’Italia ad oggi ha accolto oltre 91mila profughi ucraini: una gara di solidarietà «ammirevole che non deve essere emotiva e momentanea», ha affermato Marina Sereni, viceministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, avvisando che «potrebbe trattarsi di un’accoglienza a lungo termine». I rifugiati, ha spiegato Duclair originario del Camerun, in Italia da 4 anni, fuggono dal proprio Paese «perché non hanno scelta. Ogni rifugiato ha un nome, una storia, unica e irripetibile, anche se per l’Europa contiamo solo come numeri», ha constatato.

12 aprile 2022