Ucraina: bloccato il convoglio Croce rossa diretto a Mariupol

Sarebbero ancora più di 100mila i civili intrappolati in città. Zelensky: forze russe si preparano a «possenti attacchi» contro Donbass – dove è morto un miliziano italiano – e sud Ucraina. Rimossi dal presidente ucraino due generali «traditori»

La Croce rossa non è in grado di garantire nemmeno nella giornata di oggi, 1° aprile, l’evacuazione dei civili da Mariupol. Un convoglio del Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) che trasporta aiuti umanitari e medici verso la città sotto assedio è bloccato a Zaporizhzhia perché non sono ancora state ricevute le garanzie di sicurezza necessarie richieste per la squadra, riferisce un giornalista della Bbc sul posto. Il convoglio, precisa, è composto da due camion di aiuti e cinque veicoli di supporto. Anche il vicesindaco ha dichiarato che l’apertura del corridoio umanitario previsto per la giornata di ieri risulta ancora impossibile per i continui attacchi dei russi. Più di 40 gli autobus che hanno viaggiato nella giornata di ieri ma, secondo fonti ucraine, sono stati fermati nella città di Berdyansk, in territorio controllato dai russi. Citando i rapporti, sempre la Bbc informa che alcuni sono stati depredati dai soldati russi di parte degli aiuti che trasportavano; solo un piccolo numero di autobus è stato in grado di tornare autonomamente a Zaporizhzhia con civili a bordo. Secondo il vice ministro Oleksii Iaremenko, sarebbero ancora più di 100mila i civili intrappolati a Mariupol, senza forniture mediche da ormai 36 giorni.

Anche a Melitopol, nel sud dell’Ucraina, i russi non consentono ai civili di lasciare la città. Lo denuncia il sindaco Ivan Fedorov: «Secondo le mie stime, in città rimangono circa 70-75mila persone. Gli occupanti stanno facendo di tutto per tenere le persone in città. La strada da Zaporozhye a Melitopol in tempo normale è di 1 ora, secondo me in tempo di guerra sono 4 ore, ma ora ci vogliono 2 giorni. Gli occupanti stanno deliberatamente trattenendo tutti per non liberare le persone e occupare la città», ha detto a Ukrinform. Quindi ha aggiunto: «Tutti vengono mandati solo in Crimea. Dicono che puoi arrivarci senza problemi, ma la nostra gente non vuole andare in Crimea». Secondo le stime del primo cittadino, sono dai 1.500 ai 2mila i cittadini che cercheranno di evacuare nella giornata di oggi, attraverso autobus e un convoglio di auto private che devono essere inviate da Melitopol a Zaporizhia.

Intatto un attacco aereo da parte di due elicotteri delle forze armate ucraine avrebbe colpito un deposito petrolifero nella regione di Belgorod, in territorio russo non lontano dal confine con l’Ucraina, causando un enorme incendio. Ne dà notizia su Telegram il governatore Vyacheslav Gladkov. Almeno 8 i serbatoi di petrolio incendiati ma al momento, riferisce Gladkov, non ci sarebbero problemi di approvvigionamento di carburante nelle stazioni di servizio. «La situazione è stabile. Non c’è stata carenza di carburante, non c’è e non ci sarà», ha scritto, ribadendo che «non ci sono state vittime». Intanto il ministero russo per le emergenze, fa sapere la Tass, ha inviato sul posto almeno 170 vigili del fuoco coadiuvati da 50 mezzi per spegnere il rogo, che viene descritto di notevoli dimensioni. Gli abitanti delle case vicine al deposito in fiamme sono stati sgomberati dalle loro abitazioni.

In un videomessaggio lanciato nella notte il presidente ucraino Volodymyr Zelensky lancia l’allarme: le forze russe si stanno raggruppando, preparandosi a sferrare «possenti attacchi» contro il Donbass e il sud dell’Ucraina, a cominciar proprio da Mariupol. Nel Donbass è morto, tra gli altri, anche un miliziano italiano, un foreign fighter: Edy Ongaro, 46 anni, veneto, latitante dal 2015, che combatteva con i separatisti contro Kiev e l’Occidente. Annunciato da Zelensky anche l’allontanamento di due alti funzionari della sicurezza ucraina: due generali che ha definito «traditori». Nelle sue parole, una rassicurazione: «Non ho tempo di occuparmi di tutti i traditori, ma un po’ alla volta saranno tutti puniti. Coloro che infrangono il giuramento di fedeltà al popolo  ucraino verranno inevitabilmente privati dei loro gradi militari».

Nella previsione del presidente ucraino – in linea con i servizi d’intelligence occidentali e con la Nato -, il riposizionamento dei militari russi da Kiev – che ha ritrovato un po’ di tranquillità nell’ultima giornata – e dal nord – dove le forze di Mosca hanno abbandonato la centrale nucleare di Chernobyl, tornata sotto il controllo dell’Ucraina – «fa parte della loro tattica. Sappiamo – ha detto Zelensky – che si allontanano dalle zone dove li stiamo battendo per concentrarsi su altre molto importanti, dove per noi può essere più difficile». Al contempo, la conquista del Donbass e dei territori del sud dell’Ucraina consentirebbe a Mosca una posizione negoziale più forte da cui gestire i prossimi colloqui di pace. Nel frattempo, non cessano i bombardamenti sulle città di Irpin, riconquistata di recente dagli ucraini, e di Makariv, non lontane dalla Capitale, ma anche su Hostomel e Brovary. Nella regione di Kherson, il cui capoluogo è da tempo in mano russa, l’esercito ucraino rivendica nella notte di aver riconquistato 11 villaggi mentre la vicepremier ucraina Iryna Vereshchuk denuncia che le forze russe hanno sequestrato 14 tonnellate di aiuti umanitari – cibo e medicinali – che Kiev aveva destinato alla popolazione di Melitopol, a metà fra Mariupol e la Crimea.

«Pesanti bombardamenti» da parte dell’esercito russo anche su molte città nella regione di Lugansk, come riferisce alla Cnn il capo dell’amministrazione regionale militare Serhii Haidai. Tra le città colpite, Severodonetsk, Rubizhne, Lysychansk, Kreminna e Ivanivka. «Due persone sono morte a Severodonetsk, alcuni abitanti di Lysychansk e Toshkivka sono stati feriti e 4 persone sono state salvate – ha detto -. A Rubizhne, Popasna, Severodonetsk, parte di Hirske e Lysychansk non c’è fornitura di acqua. Ventotto insediamenti restano senza gas e 22 senza elettricità». Mosca intanto ha iniziato ad addestrare alcune migliaia di mercenari in Siria e sta ridispiegando in Ucraina circa 2mila soldati tolti dalle guarnigioni a guardia delle regioni filorusse della Georgia.

Via Telegram, la Procura generale ucraina aggiorna il bilancio delle vittime civili: sono «153 i bambini uccisi e più di 245 quelli feriti» in Ucraina dall’inizio dell’aggressione armata della Federazione russa, il 24 febbraio scorso. Nelle cinque settimane dall’invasione, un quarto della popolazione è stata costretta a lasciare le proprie case: in particolare, aggiunge l’Unhcr, oltre 4 milioni di rifugiati sono fuggiti dal Paese e altri 6,5 milioni sono sfollati interni. Secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, si tratta della crisi di rifugiati in più rapida crescita dalla seconda guerra mondiale.

1° aprile 2022