Curia romana: riforma nel segno della «conversione missionaria»

Promulgata da Papa Francesco la “Predicate evangelium”: la Costituzione apostolica, in vigore dal 5 giugno, al servizio dell’evangelizzazione, nello stile della sinodalità

La Chiesa è stata chiamata ad «annunciare il Vangelo del Figlio di Dio, Cristo Signore, e suscitare con esso in tutte le genti l’ascolto della fede. La Chiesa adempie il suo mandato soprattutto quando testimonia, in parole e opere, la misericordia che ella stessa gratuitamente ha ricevuto». È quanto si legge nel preambolo della Costituzione apostolica “Praedicate evangelium” che sancisce la riforma della Curia romana. Un iter lungo nove anni, che trova le sue radici nelle congregazioni preconclave che portarono all’elezione di Bergoglio e che Papa Francesco ha guidato in questo periodo con l’aiuto del Consiglio dei cardinali. La Costituzione, promulgata nella solennità di san Giuseppe, che segna l’inizio del decimo anno di pontificato, entrerà in vigore il 5 giugno, giorno di Pentecoste, e sostituirà integralmente la Pastor Bonus, l’ultima riforma della Curia varata da San Giovanni Paolo II nel 1988.

La riforma si pone nel solco della «conversione missionaria» della Chiesa: in continuità con le ultime due riforme (Regimini Ecclesiae universae di San Paolo VI del 1967 e Pastor Bonus) «e con gratitudine per il servizio generoso e competente che nel corso del tempo tanti membri della Curia hanno offerto al Romano Pontefice e alla Chiesa universale, questa nuova Costituzione apostolica si propone di meglio armonizzare l’esercizio odierno del servizio della Curia col cammino di evangelizzazione, che la Chiesa, soprattutto in questa stagione, sta vivendo». L’altro aspetto che viene sottolineato nella Costituzione è la sinodalità, emblema della comunione ecclesiale. La conseguenza è una valorizzazione delle Conferenze episcopali. In questo senso, «la Curia romana non si colloca tra il Papa e i Vescovi, piuttosto si pone al servizio di entrambi». Infine, viene posto l’accento sul ruolo dei laici anche in posti «di governo e di responsabilità. La loro presenza e partecipazione è imprescindibile, perché essi cooperano al bene di tutta la Chiesa». Al punto che «qualunque fedele può presiedere un dicastero o un organismo».

Molte delle novità codificate nella Costituzione si sono attuate in questi anni di gestazione della riforma (un esempio: la terza sezione della segreteria di Stato). Viene ora confermato che «si è reso necessario ridurre il numero dei dicasteri, unendo tra loro quelli la cui finalità era molto simile o complementare, e razionalizzare le loro funzioni con l’obiettivo di evitare sovrapposizioni di competenze e rendere il lavoro più efficace».

Sparisce la denominazione di Congregazioni e Pontifici Consigli: la Curia sarà strutturata in segreteria di Stato, che svolge il compito di segreteria papale, dicasteri e organismi. Restano gli uffici: Prefettura della Casa Pontificia, Celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice e Camerlengo di Santa Romana Chiesa, che non subiscono sostanziali variazioni. Come pure per gli organismi di giustizia (Penitenzieria Apostolica, Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e Tribunale della Rota Romana) e quelli economici. Gli officiali dei dicasteri presteranno servizio in Curia “di regola” per un quinquennio, prorogabile di altri cinque anni.

Tra le novità principali, si segnala la nascita del dicastero per l’Evangelizzazione. È costituito da due sezioni: quella per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo (ex Propaganda Fide) e quella per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari nei territori di sua competenza (ex Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione). È presieduto direttamente dal Romano Pontefice. Ciascuna delle due sezioni è retta in suo nome da un pro-prefetto.

Il dicastero per la Dottrina della fede avrà, accanto alle sezioni dottrinale e disciplinare, la «Pontificia Commissione per la tutela dei minori il cui compito è fornire al Romano Pontefice consiglio e consulenza ed altresì proporre le più opportune iniziative per la salvaguardia dei minori e delle persone vulnerabili». Confermate la Pontificia Commissione Biblica e la Commissione Teologica Internazionale.

L’Elemosineria apostolica diventa dicastero per la Carità: «Rende concreta, con la sua attività, la sollecitudine e la vicinanza del Romano Pontefice, quale Pastore della Chiesa universale, nei riguardi di coloro che vivono in situazioni di indigenza, di emarginazione o di povertà, come pure in occasione di gravi calamità». L’ex Congregazione per l’educazione cattolica e l’ex Pontificio Consiglio per la cultura vengono unificati nel dicastero per la Cultura e l’Educazione, con due sezioni. Infine, la competenza su tutto ciò che spetta alla Santa Sede circa le Prelature personali passa dal dicastero per i Vescovi a quello per il Clero mentre sarà il dicastero per la Promozione dell’unità dei cristiani a occuparsi delle relazioni con gli Ebrei attraverso la Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo.

21 marzo 2022