Krajewski: «Il Papa è presente in Ucraina»

L’elemosiniere pontificio nel Paese come inviato del pontefice. Gli aiuti inviati dalla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre: 1,3 milioni di euro

L’elemosiniere pontificio Konrad Krajewski è arrivato martedì 8 marzo in Ucraina come inviato del Papa, per rafforzare l’opera di soccorso della Chiesa. «Il Santo Padre è presente in Ucraina, sebbene sia in Vaticano. Sta soffrendo con voi. Il Papa sta sperimentando la via della Croce che voi in Ucraina state percorrendo», ha affermato il cardinale. A riferirlo è la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs), secondo cui Krajweski ha parlato anche dell’impegno per la pace del pontefice, «in ogni modo immaginabile. Allo stesso tempo – ha aggiunto – è grato a tutti coloro che stanno mostrando il loro amore verso l’Ucraina». Tra questi, anche la stessa Acs, che in risposta allo scoppio della guerra in Ucraina sta inviando un pacchetto di aiuti che attualmente ammonta a 1,3 milioni di euro.

Il denaro, riferiscono dalla fondazione, è destinato a sacerdoti e religiosi che lavorano in tutto il Paese nelle parrocchie, con i profughi, negli orfanotrofi e nelle case per anziani. Come padre Wladyslaw Biszko, che gestisce un centro di pellegrinaggi e ritiri spirituali a Leopoli, nell’Ucraina occidentale – negli stessi locali del seminario cattolico romano -, che riferisce: «C’è grande andirivieni qui. Migliaia di profughi arrivano ogni giorno». Dall’inizio della guerra gli edifici, costruiti in gran parte grazie al sostegno di Acs, sono stati utilizzati come campo per profughi provenienti da tutta l’Ucraina e il 9 marzo sono stati visitati dall’inviato di Papa Francesco.

La casa è aperta a tutti coloro che cercano rifugio, spiega il sacerdote. «Non chiediamo nulla a proposito della religione. Le persone dovrebbero tuttavia sapere che si trovano in un centro cattolico. Preghiamo prima dei pasti e ogni sera abbiamo devozioni, che sono ben accolte. Qui vivono sempre circa 120 persone», riferisce padre Biszko. E aggiunge: «Stanno semplicemente aspettando di sapere se possono tornare alle loro case». Sono per lo più madri con i propri figli o anziani che non vogliono lasciare la propria patria. Dormono in ogni spazio disponibile, anche a terra nelle sale conferenze. Sono ucraini, informano da Acs, ma anche studenti internazionali in visita, diversi dei quali provenienti dall’India, nel Paese da prima che scoppiasse la guerra.

11 marzo 2022