Save the Children e Unicef alla frontiera nord dell’Ucraina

L’obiettivo: dare sostegno umanitario a bambini e famiglie in fuga. Attraverso il Valico Fernetti, a Trieste, arrivati già in migliaia; il 40% sono bambini

Cibo, acqua, kit igienici e kit invernali, mascherine FFP2 e gel igienizzante. E in più, informative utili e mediatori culturali pronti a dare sostegno nelle situazioni più difficili. Save the Children e Unicef sono presenti alla frontiera nord dell’Ucraina accanto ai bambini e alle famiglie in fuga, offrendo anzitutto una risposta immediata ai loro bisogni essenziali. Accolgono quanti arrivano al Valico Fernetti, nei pressi di Trieste, dove in 4 giorni sono già entrati in contatto con circa 1.600 persone. Nel 40% dei casi, si tratta di bambini. In coordinamento con le altre organizzazioni presenti, distribuiscono beni di prima necessità e sensibilizzano sulla prevenzione sanitaria, offrendo anche il servizio di diversi mediatori culturali.

Negli ultimi 4 giorni gli operatori presenti al valico riferiscono di essere entrati in contatto quotidianamente, nelle ore diurne, con un numero di persone che varia tra le 300 e le 600, arrivate con autobus, van e automobili. A queste poi vanno aggiunte le persone che transitano durante la notte. La grande maggioranza sono donne, bambini e anziani e i numeri aumentano di giorno in giorno. Tanti i bambini, tra cui una, arrivata il 6 marzo, di appena un mese. A loro gli operatori umanitari offrono anche giochi e album da disegno, utili a mantenere viva la dimensione della loro infanzia e a non essere sopraffatti dalle paure degli adulti. E a volte basta, rilevano, per rubare loro un sorriso, che automaticamente si traduce in un po’ di serenità per le loro madri.

«I bambini sono stremati dopo un viaggio lungo e difficile e hanno nei loro occhi la paura per quello che hanno visto. Le loro mamme sono in molti casi schiacciate dal senso di responsabilità nei confronti dei figli e dalla angoscia  per i familiari rimasti in patria», commenta Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children. Proprio per questo, prosegue, «è fondamentale che il nostro Paese e l’Europa tutta si mobilitino per garantire  ai bambini, le bambine e adolescenti e alle loro famiglie che scappano dal conflitto accoglienza e protezione, nel rispetto dei loro diritti fondamentali. Il nostro Paese sta rispondendo a quella che rischia di essere la più grave crisi umanitaria europea degli ultimi anni, con grande slancio e con iniziative che si moltiplicano di ora in ora – aggiunge -. A tal fine è prioritario mettere a sistema la grande macchina della solidarietà che si è attivata in tutto il Paese, soprattutto attraverso il rafforzamento della rete di collaborazione tra istituzioni, sotto il coordinamento della Protezione civile, e tutte le organizzazioni della società civile».

Nelle parole di Anna Riatti, coordinatrice della risposta in Italia per l’Ufficio regionale Unicef per l’Europa e l’Asia centrale, «in tutte le situazioni di crisi i bambini e le bambine pagano spesso il prezzo più alto. La fuga e il viaggio pongono ostacoli alla loro protezione e li espongono al rischio di sfruttamento e violenza. Continuiamo l’azione a fianco delle istituzioni per garantire una corretta informativa nei principali punti di ingresso e transito, l’individuazione tempestiva dei minorenni e l’attivazione di canali di accoglienza che coinvolgano anche la società civile, come l’affidamento familiare – afferma -. Non dobbiamo tralasciare inoltre l’importanza del reinserimento nei percorsi scolastici e i bisogni di supporto psicosociale, anche attraverso figure di mediazione linguistica».

L’intervento presso il Valico Fernetti si inserisce nell’ambito della più ampia collaborazione tra Save the Children e Unicef inaugurata a dicembre 2020 per dare una risposta immediata ai bisogni essenziali di bambini e adolescenti, delle loro famiglie e delle donne sole in arrivo in Italia e in transito. Una partnership che continuerà per tutto il 2022, continuando a garantire ai minori in arrivo o transitanti alla frontiera sia Nord che Sud, provenienti da zone di conflitto e di povertà estrema di tutto il mondo, beni di prima necessità, quali kit per il viaggio e l’igiene personale, un primo sostegno psicologico, informazioni sui diritti, sui servizi e sulle opportunità disponibili. I team di Save the Children e Unicef, informano, effettueranno anche una valutazione tempestiva delle potenziali vulnerabilità e di problemi di protezione specifici, tra cui quelli connessi alla violenza di genere nei confronti delle ragazze e delle giovani donne.

8 marzo 2022