Ucraina: annunciato il quarto cessate il fuoco

Nuovo tentativo, dalle 9 dell'8 marzo, per permettere l'evacuazione di civili da Kiev, Kharkiv, Mariupol, Chernihiv e Sumy. Nella notte intanto ancora attacchi aerei da parte della Russia; colpito anche un impianto di ricerca nucleare. E cresce l'elenco dei Paesi che mettono in atto sanzioni

Concluso ieri, 7 marzo, senza significativi passi in avanti, il terzo round dei negoziati tra la delegazione ucraina e quella russa. E oggi si riparte con un nuovo tentativo di aprire corridoi umanitari, dopo il flop dei precedenti, che non hanno avuto alcun esito. A partire dalle 9 ore locale (quando in Italia erano le 8) è iniziato dunque un nuovo cessare il fuoco che potrebbe durare fino alle 21, per permettere l’evacuazione di civili da Kiev, Kharkiv, Mariupol, Chernihiv e Sumy, secondo l’accordo siglato ieri. Intanto, in attesa del quarto round di incontri, sono continuati nella notte gli attacchi russi.

Secondi i servizi di soccorso ucraini, sono almeno 9 – tra cui 2 bambini – le vittime registrate a Sumy, 350 chilometri ad est di Kiev, vicino alla frontiera russa, teatro di violenti combattimenti ormai da giorni. La notte scorsa «degli aerei nemici hanno attaccato fortemente edifici residenziali», hanno spiegato su Telegram i servizi di soccorso, arrivati sul luogo verso le 23 locali. Il capo dell’amministrazione militare regionale Dmytro Zhyvytsky parla di «battaglia impari», con le forze russe che hanno bombardato i civili. «Ci sono morti e feriti, i soccorritori stanno lavorando sui luoghi», scrive in un post.

Colpito anche un impianto di ricerca nucleare che produce radioisotopi per scopi medici e industriali, danneggiato dai bombardamenti della Russia nella città di Kharkiv. Stando all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), non si è registrato nessun aumento die livelli di radiazioni nel sito, Il direttore generale Aeia Rafael Mariano Grossi chiede comunque di «agire adesso per evitare un incidente nucleare in Ucraina che potrebbe avere gravi conseguenze per la salute e l’ambiente. Non possiamo permetterci di aspettare». Sempre a Kharkiv i servizi di intelligence ucraini affermano di aver ucciso nella notte il generale russo Vitaly Gerasimov, vicecomandante della 41ª Armata interforze russa, durante un combattimento a Kharkiv. Una notizia rilanciata dai social, della quale tuttavia non è possibile verificare la veridicità in modo indipendente.

«Rimango qui, rimango a Kiev, senza nascondermi e senza paura di nessuno. Questo serve per vincere questa guerra», afferma intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un nuovo video messaggio, richiamando anche i soldati ucraini dislocati nelle forze di peacekeeping perché tornino a difendere il Paese e accusando il nemico di usare «tattiche medievali» per punire gli ucraini. «Questa guerra non finirà così. Scatenerà la guerra mondiale», ha detto ieri sera nel corso di un’intervista a un programma della Abc, nella quale ha accusato il presidente russo Putin di essere un criminale di guerra. «Tutti coloro che sono venuti sulla nostra terra, tutti coloro che hanno dato gli ordini – le parole di Zelensky -, sono tutti criminali di guerra».

E mentre si moltiplicano gli sforzi della diplomazia internazionale – con l’incontro di oggi, 8 marzo, tra il presidente francese Marcon e il cancelliere tedesco Scholz con il leader cinese Xi Jinping – cresce anche il numero dei Paesi che mettono in atto sanzioni contro la Russia, in cui entrano anche Giappone e Corea del Sud. E la Cina fa capire di essere disposta a ricoprire un ruolo di mediazione nel conflitto. Putin intanto ha disposto che i debiti delle aziende o delle istituzioni russe con aziende o istituzioni occidentali vengano saldati in rubli, moneta che è già svalutata del 45% sull’euro; di fatto, un default verso i creditori. Stilato dal presidente russo anche un elenco dei «Paesi ostili» a motivo delle sanzioni verso la Russia, che comprende anche l’Italia. E Mosca, ha avvertito il vice primo ministro Aleksandr Novak, potrebbe anche decidere di tagliere le forniture di gas naturale all’Europa attraverso il gasdotto Nord Stream 1. «In relazione alle accuse infondate ai danni della Russia per la crisi energetica in Europa e all’imposizione di un divieto al Nord Stream 2 – ha affermato -, abbiamo tutto il diritto di assumere decisioni corrispondenti e imporre un embargo al gas inviato attraverso il gasdotto Nord Stream 1», anche se al momento la Russia «non ha assunto tale decisione».

8 marzo 2022