Ucraina – Russia: atteso il secondo round dei negoziati

Proseguono gli attacchi di Mosca: Kiev ancora sotto le bombe; caduta Kherson; Mariupol circondata e senz’acqua. In Bielorussia la nuova fase dei colloqui: sul tavolo il cessate il fuoco. Unhcr: in 7 giorni un milione di profughi verso i Paesi vicini

Riprendono oggi, 3 marzo, alle 15 ora locale – le 13 in Italia – i negoziati tra Russia e Ucraina. Il secondo round dei colloqui – inizialmente in programma per il pomeriggio di ieri – si svolge nella regione di Brest, nella foresta tra Polonia e Bielorussia, dove, informa il capo della delegazione russa Vladimir Medinsky, si sta aspettando l’arrivo della delegazione ucraina. Sul tavolo anche l’ipotesi di un cessate il fuoco, assicurano da Mosca. «Una soluzione alla situazione in Ucraina verrà trovata», ha detto questa mattina in conferenza stampa il ministro degli esteri Serghei Lavrov, citato dalle agenzie russe Tass e Interfax. Quindi, riferito al secondo round dei negoziati, ha aggiunto: «Siamo pronti al dialogo, sono sicuro che l’isteria diminuirà e che l’Occidente supererà la sua frenesia». Nelle parole di Lavrov anche la condanna verso gli Stati Uniti, che «vogliono controllare l’Europa come Hitler e Napoleone, stanno cercando di imporci la loro visione del futuro del continente», e l’accusa verso l’Occidente di prendere in considerazione una guerra nucleare. «Noi non la vogliamo», ha garantito, ma «se dispiegheranno armi nucleari contro di noi, affronteremo la situazione. La Russia –  ha aggiunto – non permetterà che siano violati costantemente i suoi interessi».

Dall’altra parte del tavolo, da Kiev arriva l’avvertimento che non saranno accettati ultimatum del Cremlino. «Non abbiamo niente da perdere se non la libertà», ha affermato il presidente ucraino Zelensky in un video diffuso in contemporanea con la conferenza stampa del ministro russo Lavrov. «La Russia ci risarcirà – ha aggiunto -, ricostruiremo ogni strada e ogni casa». Ieri intanto i missili di Mosca hanno colpito altri obiettivi civili, stazioni tv e università. I parà russi sono entrati a Kharkiv; la città di Kherson è caduta; Mariupol è circondata e senz’acqua. Sotto le bombe a Kharkiv è morta anche un’osservatrice Osce, Maryna Fenina, ucraina, membro della Missione speciale di monitoraggio dell’Osce nel Paese (Smm). Nella stessa città, colpite 3 scuole e la cattedrale. E nella notte, avvertite nuove esplosioni a Kiev.

La Russia inizia la conta dei morti: 500 le vittime tra i suoi soldati. Da parte ucraina, secondo il governo di Kiev dall’inizio del conflitto, il 24 febbraio, ci sarebbero almeno 2mila vittime civili; 277 quelle accertate dall’Onu, che parla di un milione di profughi. Lo scrive su Twitter l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati Filippo Grandi: «In soli sette giorni abbiamo assistito all’esodo di un milione di profughi dall’Ucraina verso i Paesi vicini. Per molti altri milioni di persone, all’interno dell’Ucraina, è tempo che le armi tacciano, in modo che possa essere fornita assistenza umanitaria vitale». Intanto, informa l’ambasciata della Polonia in Italia, sono già 500mila gli ucrainio che hanno attraversato la frontiera polacca. «Tutte le persone in fuga dal conflitto armato in Ucraina possono entrare – affermano -. Il Paese dà accoglienza a qualsiasi persona la cui vita sia in pericolo, indipendentemente dalla sua nazionalità. Nessuno sarà rimandato in un Paese in guerra».

Si muove anche la comunità internazionale. L’Onu ha approvato a maggioranza la risoluzione contro Mosca per l’invasione, chiedendo un ritiro «immediato» delle truppe e condannando le minacce nucleari arrivate dal Cremlino. Nello stesso tempo, la Corte penale internazionale ha aperto un’indagine su presunti crimini di guerra commessi dalla Russia in Ucraina. E continua la «guerra finanziaria» a Mosca, come l’ha definita il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire, con le agenzie di rating Fitch e Moody’s che hanno declassato la Russia nella categoria dei Paesi che rischiano di non poter rimborsare il debito. Nuove sanzioni anche dal Canada, che ha annunciato imminenti misure contro 10 persone chiave di due compagnie energetiche russe, la Rosneft e la Gazprom, e dal Regno Unito, che comunica l’esclusione dai servizi assicurativi di aziende nazionali le aziende russe del settore aeronautico e aerospaziale. Chiusi gli uffici in Russia del gigante dello streaming musicale Spotify, che ha anche rimosso dal suo servizio i contenuti sponsorizzati dallo stato russo, in risposta all’«attacco non provocato contro l’Ucraina».

Sul fronte degli aiuti militari, la Germania ha dato il via libera all’invio in Ucraina di altri 2.700 missili antiaerei mentre la Cnn rivelava ieri sera, 2 marzo, che «centinaia di missili Stinger anti aerei» sono già stati inviati dal Pentagono, dopo l’annuncio del presidente Usa Joe Biden che avrebbe dato ordine di intensificare «gli aiuti per la sicurezza». Sempre ieri, 2 marzo, il Dipartimento di Stato americano ha accusato la Russia – dove non si placano le proteste contro il conflitto – di aver lanciato una «guerra totale alla libertà dei media e alla verità» bloccando le testate giornalistiche indipendenti e impedendo ai cittadini di accedere alle notizie sull’invasione. Quindi l’invito a Putin e al suo governo a «porre fine a questo bagno di sangue» e a ritirare le truppe.

3 marzo 2022