Stupefacenti: referendum sulla depenalizzazione «inammissibile»

L’annuncio del presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato. La Comunità Papa Giovanni XXIII: «Una vittoria per i giovani che cercano la vita»

La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sulla depenalizzazione della coltivazione della cannabis. O meglio, sulla “Abrogazione di disposizioni penali e di sanzioni amministrative in materia di coltivazione, produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope”. Lo ha annunciato nel pomeriggio di ieri, 16 febbraio, in conferenza stampa il presidente Giuliano Amato. Bocciato anche il referendum sulla responsabilità civile diretta dei magistrati – è stata dichiarata l’inammissibilità del quesito -, mentre si terrà quello che ha l’obiettivo di riconoscere nei consigli giudiziari il diritto di voto degli avvocati sulle valutazioni di professionalità dei magistrati.

«Il referendum non era sulla cannabis ma sulle sostanze stupefacenti – ha spiegato Amato ai giornalisti -. Si faceva riferimento a sostanze che includono papavero, coca, le cosiddette droghe pesanti. E questo era sufficiente a farci violare obblighi internazionali».

Soddisfazione nel commento affidato a Twitter dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, che ha parlato di «una vittoria per i giovani che cercano la vita! L’Alta Corte svela l’inganno del referendum che avrebbe potuto permettere la coltivazione di qualsiasi droga, non solo cannabis, ma anche oppio e coca», affermano dalla realtà fondata da don Oreste Benzi.

17 febbraio 2022