Tra il 2005 e il 2020 oltre 93mila bambini soldato

La denuncia dell’Unicef, nella Giornata internazionale contro l’uso dei bambini in situazioni di conflitto, il 12 febbraio. «Forme estese di sfruttamento e abuso»

Il numero ufficiale è superiore a 93mila ma si teme che quello reale sia ancora più elevato: sono i casi di bambini reclutati e utilizzati nei conflitti armati in tutto il mondo tra il 2005 e il 2020. A ricordarlo è l’Unicef, in occasione della Giornata internazionale contro l’uso dei bambini in situazioni di conflitto, che si celebra il 12 febbraio.

Un utilizzo, quelle dei più piccoli, messo in campo dalle diverse parti in guerra in ogni angolo del pianeta, con una valenza ad ampio spettro. «Spesso chiamati “bambini soldato” – evidenziano infatti dal Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia -, questi ragazzi e ragazze subiscono forme estese di sfruttamento e abuso che non sono completamente comprese in questo termine». Le parti in guerra infatti usano i bambini non solo come combattenti ma anche come esploratori, cuochi, facchini, guardie, messaggeri e altro. Molti, soprattutto le ragazze, sono anche sottoposti a violenza di genere.

Secondo l’ultimo Rapporto annuale del segretario generale dell’Onu su minorenni e conflitti armati, nel 2020 le Nazioni Unite hanno verificato 26.425 gravi violazioni, fra cui il reclutamento e l’uso di 8.521 bambini: un numero in aumento rispetto ai 7.750 casi registrati nel 2019.

14 febbraio 2022