Appello di Francesco per la riconciliazione in Myanmar

Al termine dell’udienza generale, ricordata anche la Giornata della fratellanza umana, il 4 febbraio e i Giochi olimpici e paralimpici invernali

A un anno dal colpo di Stato che ha portato al potere i militari in Myanmar, il 1° febbraio 2021, al termine dell’udienza generale di questa mattina, 2 febbraio, Papa Francesco è tornato a parlare della situazione nel Paese. «Da un anno a questa parte, ormai, assistiamo con dolore alle violenze che insanguinano il Myanmar – ha detto -. Faccio mio l’appello dei vescovi birmani affinché la comunità internazionale si adoperi per la riconciliazione tra le parti interessate. Non possiamo voltare lo sguardo da un’altra parte, di fronte alle sofferenze di tanti fratelle e sorelle. Chiediamo a Dio, nella preghiera, la consolazione per quella popolazione martoriata; a Lui affidiamo gli sforzi di pace».

Nelle parole del pontefice anche il ricordo della seconda Giornata internazionale della fratellanza umana, che si celebra il 4 febbraio. «È motivo di soddisfazione – ha detto – che le nazioni del mondo intero si uniscano in questa celebrazione, volta a promuovere il dialogo interreligioso e interculturale, come auspicato anche nel Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, firmato il 4 febbraio del 2019 ad Abu Dhabi del Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyib e da me. Fratellanza – ha aggiunto ancora il pontefice – vuol dire tendere la mano agli altri, rispettarli e ascoltarli con cuore aperto». L’auspicio è dunque che «si compiano passi concreti, insieme ai credenti di altre religioni e alle persone di buona volontà, per affermare che oggi è tempo di fraternità, evitando di alimentare scontri, divisioni e chiusure. Preghiamo e impegniamoci ogni giorno affinché tutti possiamo vivere in pace da fratelli e sorelle».

Ancora, prima di congedarsi dai fedeli presenti in Aula Paolo VI, Francesco ha parlato dei Giochi olimpici e paralimpici invernali che stanno per aprirsi a Pechino, rispettivamente il 4 febbraio e il 4 marzo prossimi. «Rivolgo di cuore il mio saluto a tutti i partecipanti; auguro agli organizzatori il miglior successo e agli atleti di dare il meglio di sé. Lo sport, con il suo linguaggio universale, può costruire ponti di amicizia e di solidarietà tra persone e popoli di ogni cultura e religione. Ho apprezzato, pertanto, che allo storico motto olimpico Citius, Altius, Fortius – Più veloce, più in alto, più forte – il Comitato olimpico internazionale abbia aggiunto la parola Communiter, cioè Insieme, perché i Giochi olimpici facciano crescere un mondo più fraterno».

In particolare, il Papa ha rivolto il suo pensiero al mondo paralimpico. «La medaglia più importante – ha evidenziato – la vinceremo insieme se l’esempio delle atlete e degli atleti con disabilità aiuterà tutti a superare pregiudizi e timori e a far diventare le nostre comunità più accoglienti e inclusive. Questa è la vera medaglia d’oro!». Quindi ha confidato: «Seguo con attenzione ed emozione le storie personali di atlete e atleti rifugiati. Le loro testimonianze contribuiscano a incoraggiare le società civili ad aprirsi con sempre maggiore fiducia a tutti, senza lasciare nessuno indietro. Alla grande famiglia olimpica e paralimpica auguro di vivere un’esperienza unica di fratellanza umana e di pace. Beati gli operatori di pace!», ha concluso, citando le parole dell’evangelista Matteo.

2 febbraio 2022