Il 20 giugno in piazza contro la propaganda del gender

Manifestazione nazionale a San Giovanni. Il portavoce Gandolfini: «Difendere il diritto dei bimbi a una famiglia formata da una mamma e un papà»

Presentata la manifestazione in programma a San Giovanni. Il portavoce Gandolfini: «Non siamo contro nessuno, solo in difesa dei bambini»

«Saremo sicuramente etichettati come omofobi, forse saremo oscurati dai grandi mass media: ma la nostra vuole essere una manifestazione propositiva, vogliamo dare voce ai milioni di genitori che ribadiscono il loro diritto ad educare i propri figli, specialmente su temi delicati come l’affettività e la sessualità». È chiaro Massimo Gandolfini, portavoce del comitato “Difendiamo i nostri figli”, motore della grande manifestazione nazionale che si terrà a Roma il prossimo 20 giugno in piazza san Giovanni, a partire dalle 15.30. L’evento è stato presentato ieri, lunedì 8 giugno, in una sede significativa: l’Hotel Nazionale, in piazza Montecitorio, a due passi da quel Parlamento che oggi inizia a discutere il ddl Cirinnà sulle unioni civili. «Ma la nostra manifestazione non è contro il disegno di legge, né contro gli omosessuali – tiene a precisare Gandolfini -: noi siamo apartitici e laici. Tra le nostre file ci sono cattolici, musulmani, atei. Il nostro invito è rivolto a tutti, senza alcuna distinzione di razza, religione, estrazione sociale. Vogliamo solo difendere il diritto dei bambini ad avere una famiglia formata da una mamma e da un papà, figure fondamentali e complementari tra loro ma, soprattutto, vogliamo difenderli dalla propaganda dell’ideologia gender che avanza silenziosamente nell’educazione scolastica, senza coinvolgere i genitori».

L’idea di creare il comitato, che ha circa 10 giorni di vita, è nata proprio con il diffondersi della strategia gender nelle scuole, attraverso i famosi libretti dell’Unar, a loro volta nati con l’intento di contrastare il bullismo ma degenerati poi in una diffusione del pensiero gender che parte dall’azzeramento sessuale. Testi prima diffusi nelle scuole, con il beneplacito del ministero dell’Istruzione, e poi subito ritirati dopo le proteste dei genitori. Gandolfini, insieme a un gruppo di volontari, nell’ultimo anno ha girato in lungo e in largo per l’Italia, informando i genitori su quello che stava avvenendo nelle scuole italiane. «Abbiamo fatto convegni, dibattiti, contraddittori, un grande lavoro sul territorio nazionale, tutto incentrato sulla diffusione del pensiero gender. Abbiamo riscontrato che, la quasi totalità delle famiglie ignorava l’esistenza del programma “gender” nelle scuole. La loro reazione è stata di amarezza ma anche di grande preoccupazione».

Ancora non esiste una scaletta della manifestazione. È certo che saranno diversi gli interventi sul palco e ci sarà una grande partecipazione: infatti, sono moltissime le associazioni che hanno aderito all’iniziativa promossa dal comitato, dai movimenti pro life alla massiccia rappresentanza di aderenti al Cammino neocatecumenale; dai Sikh presenti in Italia agli evangelici, a molti altri ancora. Alla conferenza stampa hanno partecipato tra gli altri, Mario Adinolfi, Simone Pillon e Paola Binetti, che ha tenuto a precisare: «Sono qui non come onorevole ma come semplice cittadina. È importante esserci il 20 giugno perché i valori che si stanno mettendo in crisi sono le pietre angolari del sistema sociale: l’identità, la famiglia, la tenuta della famiglia e l’educazione dei figli. L’ideologia gender, le unioni civili: tutto questo disegno comincia dal mettere in crisi l’identità personale e quella familiare, e punta ad interrompere anche quella trasmissione di cultura e di valori che mette insieme genitori e figli, caratteristica profonda della famiglia».

Per Binetti la lotta a questo disegno è una grande operazione di verità: «L’etichetta di tutte queste cose è sostenere l’uguaglianza e la parità tra uomo e donna, e nessuno di noi è contrario, così come non siamo contrari alla lotta la bullismo. Ma sono le declinazioni ad essere sbagliate, quello che si nasconde dietro. Sono cose che si presentano vestite da agnelli ma, in realtà, hanno la forza devastante dei lupi». E non risparmia il ddl Cirinnà: «La più grossa mistificazione che il Parlamento sta cercando di fare. Cambiare il codice e aggiungere accanto alla parola “matrimonio” quella di “unione civile”. Per questo è importante partecipare 20 giugno: sarà una grande operazione di smascheramento, sarà l’inizio di una battaglia per la verità».

9 giugno 2015