La campagna di Natale di Acs per i rifugiati cristiani

I progetti in Africa e in Siria: corsi per nuove opportunità di lavoro, sostegno materiale e anche una radio, per ascoltare gli appelli alla tolleranza. E il Vangelo

I Paesi africani e la Siria: è qui che si è registrato, in quest’anno che si avvia alla conclusione, il numero più alto di sfollati. Complessivamente, in tutto il mondo se ne contano oltre 84 milioni ma è in Africa che si registra il più significativo incremento degli sfollati interni mentre la Siria è stata la nazione da cui è fuggito il maggior numero di persone. Ed è proprio in queste due macro aree che la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) ha scelto di concentrare la sua campagna di Natale, contribuendo attraverso i suoi partner sul campo a soddisfare i bisogni primari delle famiglie, prevalentemente cristiane, fornendo loro riparo e curando l’educazione dei bambini e dei giovani adulti.

È quello che avviene, ad esempio, in Burkina Faso, dove il numero di sfollati interni ha raggiunto quota 1,4 milioni. L’obiettivo primario è assicurare assistenza pastorale, pasti e istruzione ai bambini. A causa dell’insicurezza, riferiscono i partner locali della fondazione, suore e catechisti non possono più recarsi nella maggior parte delle parrocchie per celebrare la Messa e fare catechesi e le attività pastorali sono quasi del tutto sospese. Questo rende la radio il mezzo principale di comunicazione con la popolazione, soprattutto nelle zone rurali. «È importante diffondere messaggi che possano calmare i cuori, riconciliare le comunità e favorire la coesione sociale – spiega ad Acs padre Victor Ouedraogo, direttore del Centro diocesano di comunicazione a Notre Dame du Sahel a Ouahigouya -. Le trasmissioni permetteranno ai cristiani e a tutta la popolazione di ascoltare l’appello dei leader religiosi alla tolleranza e alla convivenza pacifica». Non solo: «Consentiranno ai fedeli cattolici di ascoltare il Vangelo e gli insegnamenti della Chiesa nonostante il difficile contesto». Di qui la scelta di Aiuto alla Chiesa che soffre di sostenere la produzione di programmi radiofonici attraverso la campagna natalizia.

Anche il Mozambico è diventato teatro delle devastazioni degli estremisti islamici e a Pemba padre Edegard Silva è uno dei sacerdoti che sostengono gli sfollati. Con l’arrivo di oltre 800mila  profughi dal nord del Paese, le parrocchie di Pemba hanno accolto un grandissimo numero di sfollati. Come Francisco, 52 anni, il cui figlio è stato tra le 3.300 persone uccise dai jihadisti. Francisco è stato in grado di avviare una piccola attività di vendita di sapone. «Attraverso la campagna natalizia, Acs intende sostenere altri sfollati interni a Pemba con corsi per favorire diverse attività generatrici di reddito, allo scopo di creare nuove opportunità attraverso la costituzione di cooperative e piccole associazioni tra persone locali e sfollati», illustrano dalla fondazione pontificia.

L’altra grande area interessata dalla campagna è quella della Siria, dove «in oltre 10 anni di guerra in molti hanno subito la crudeltà dei gruppi islamisti, i quali hanno occupato proprietà e possedimenti. I servizi sanitari sono drammaticamente insufficienti e l’insicurezza aumenta. E anziani, disabili e malati subiscono gli effetti delle sanzioni internazionali», rilevano da Aiuto alla Chiesa che soffre. Padre Hugo Alaniz, sacerdote argentino in missione fra gli sfollati presenti ad Aleppo, ricorda che «fu da qui, dalla Siria, dalla Palestina, dalla Giordania e da quello che oggi è Israele, che arrivarono i primi cristiani». Per questo «credo sia un obbligo per noi, come Chiesa, aiutare i cristiani del Medio Oriente, perché è grazie a loro che abbiamo conosciuto il messaggio del Vangelo». Molti siriani sono fuggiti come rifugiati in Libano, dove le parrocchie locali stanno fornendo assistenza pastorale, alloggio e medicine attraverso il sostegno di Acs. Ora, «grazie alle donazioni ricevute durante la campagna natalizia, sacerdoti e suore potranno aiutare gli sfollati e i rifugiati in molti Paesi con un indispensabile sostegno materiale e con la consolazione derivante dalla fede», assicurano dalla fondazione.