La scelta di Maria, così vicina alla vita degli adolescenti

Il pensiero a quella ragazza di un posto sperduto della Palestina, che dice un sì che continuiamo a celebrare. Il suo turbamento e la sua spinta potente

Di tutti gli adolescenti e le adolescenti di cui ho scritto in questi anni, in questa rubrica, ce n’è una di cui non ho mai detto, con la quale provo a fare i conti, non facili, da un bel po’ di tempo, che certo, oggi più che mai, sarebbe di ben poco fascino per i più, che non reggerebbe certo il confronto in popolarità, che ne so, ad esempio con le ragazze sagge e decise di Zerocalcare, ma della quale si potrebbe dire tutto tranne che non sia un personaggio straordinario.

A dire il vero ho anche dubitato a lungo se scriverci sopra queste poche righe o se continuare a lasciarla nel posto che le conviene, per quanto mi riguarda quello del luogo interiore dove continuo a provare a darle un posto, un punto d’appoggio stabile che non mi riesce mai di trovare e che di fatto finisce per renderla, per quanto mi riguarda, elemento dinamico di squilibrio salutare.

Si tratta di un’adolescente alla quale a un certo punto capita qualcosa di imponderabile, ne rimane turbata, inizia a chiedersi il senso di quanto avvenuto. Niente di nuovo si direbbe, capita a tante, ma il fatto è che quanto si ritrova a dovere gestire è davvero qualcosa di veramente grande, di infinitamente più grande di lei, lei che è una ragazza di un posto pure sperduto ma con un destino, prima di questo evento, già segnato e simile a quello di molte ragazze come lei, ma del quale non saprei dire se fosse stato accettato, voluto, considerato.

Fatto sta che a un certo punto le arriva addosso questa cosa, insomma, un annuncio, di più, una follia, peggio: la possibilità della rovina, del giudizio sdegnato della gente; ma oppure, forse, è veramente una promessa di un qualcosa di immenso, infinito, capitale, una cosa che cambierà non solo la sua vita: cambierà tutto. Proprio questo avviene nella vita di lei, di una ragazza che in fondo fino ad allora non aveva fatto altro che essere una semplice adolescente, magari particolare, ma comunque ragazza, certamente ragazza, e lei per un attimo esita, sì, o forse continuerà a esitare, custodendo tutte queste cose, «meditandole nel suo cuore». Ma il fatto è che poi lei sceglie e dice: «eccomi. Sì. E sia».

Ma sì, basta giocare a nascondino, quella ragazza, quell’adolescente è proprio Maria, la Madonna, chiamatela come volete. È quella ragazza di un posto sperduto della Palestina, vissuta realmente in un’epoca remota, che a un certo punto dice un sì che qualcuno continuerà a celebrare, anche nella festa dell’Immacolata Concezione, ma per quanto mi riguarda il giorno in cui nella liturgia compare questo passo evangelico straordinario (Lc 1, 26-38) che invito chiunque a leggere, credente o non credente che sia: perché c’è dentro una ragazza sola, c’è dentro il suo turbamento, c’è una scelta, c’è una spinta potente che, spero nessuno si scandalizzi, a me pare la cosa più vicina a quel tendere assoluto dell’ago della bilancia verso la vita che io percepisco ogni volta che ho a che fare con un’adolescente.

9 dicembre 2021