Corridoi umanitari: arrivati in 93 dalla Libia

Sono atterrati il 24 novembre a Fiumicino. Ora potranno richiedere lo status di rifugiato. È il primo arrivo in attuazione di un nuovo protocollo firmato con Unhcr

È atterrato ieri, 24 novembre, a Fiumicino il volo charter dell’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, che portava 93 richiedenti asilo dalla Libia. Ora potranno richiedere lo status di rifugiato, che darà loro accesso alla protezione.È il primo arrivo in attuazione di un protocollo firmato dai ministeri dell’Interno e degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Unhcr, Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia e Tavola Valdese. I voli sono organizzati secondo un nuovo meccanismo che unisce le buone prassi delle evacuazioni di emergenza e dei corridoi umanitari, che dal 2016 hanno permesso l’arrivo in Europa di 4.023 persone, di cui 3.313 in Italia.

Questo nuovo meccanismo di ammissioni umanitarie, che si avvale anche della collaborazione dell’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà, riguarderà 500 persone vulnerabili, spiegano dall’Unhcr, «tra cui bambini, donne vittime di tratta, sopravvissuti alla violenza e alla tortura e persone in gravi condizioni di salute costrette a fuggire dai loro paesi. Alcuni sono stati recentemente liberati dalla detenzione mentre altri erano prigionieri delle reti di trafficanti».

I primi arrivati intanto saranno accolti da Comunità di Sant’Egidio, Fcei e Tavola Valdese e seguiranno il percorso di integrazione secondo il modello dei corridoi umanitari, ad eccezione di 3 minori stranieri non accompagnati che, in virtù della loro specifica vulnerabilità, verranno accolti in progetti dedicati del sistema di accoglienza nazionale. Nelle parole di Michele di Bari, capo Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Viminale, «il ministero dell’Interno si è fatto promotore di questo protocollo che coniuga i successi dei precedenti programmi di corridoi umanitari con le procedure di evacuazione positivamente condotte negli scorsi anni, confermando l’Italia come modello europeo per le vie di accesso legali per rifugiati e persone vulnerabili». Una «felice intuizione», la definisce, che «coniuga le competenze del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e del ministero dell’Interno con quelle di Unhcr e la spinta solidaristica delle organizzazioni della società civile impegnate nel sociale. Siamo contenti di poter offrire ai rifugiati in arrivo un’opportunità di ingresso in sicurezza e una speranza per il futuro».

Sulla stessa linea Luigi Maria Vignali, direttore generale Italiani all’estero e Politiche migratorie del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale. «La Farnesina ha sostenuto con convinzione la ripresa delle evacuazioni umanitarie dalla Libia, in stretto dialogo con le autorità di quel Paese – riferisce -. Ancora una volta è la dimostrazione del forte valore aggiunto della nostra Ambasciata a Tripoli e dell’impegno costante della Farnesina per proteggere i rifugiati». A dare voce a questi ultimi, Chiara Caroletti, rappresentante Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino. «Siamo grati all’Italia per aver reso possibili queste operazioni salvavita per persone così vulnerabili. Le istituzioni italiane e la società civile – aggiunge – hanno dimostrato ancora una volta il valore di lavorare insieme per accogliere e integrare i rifugiati. Le condizioni in Libia rimangono terribili per le persone in fuga e speriamo che l’esempio e l’impegno dell’Italia possano essere presto seguiti da altri Paesi». Anche per il presidente di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, si tratta di «un forte messaggio anche per l’Europa, finora in ordine sparso e spesso insensibile di fronte a un fenomeno come quello dell’immigrazione, che è necessario affrontare con urgenza e, al tempo stesso, con la dovuta umanità».

Parla di «una visione di Europa che non alza muri di indifferenza o egoismo di fronte ai drammi di guerre, sfruttamento, gravi ingiustizie che lacerano la vita e le speranze di un futuro dignitoso di troppi esseri umani» anche Alessandra Trotta, moderatrice della Tavola Valdese. «Oggi la cosa più importante è che queste persone siano scampate ai lager libici – aggiunge Daniele Garrone, presidente delle Federazione delle Chiese evangeliche in Italia -. I corridoi umanitari sono un primo passo di un progetto più ampio, un tassello di un sistema di accoglienza che metta al centro la solidarietà, di cui dovrebbe farsi carico l’Europa. Come Chiese protestanti, a Lampedusa, assistiamo persone partite dalla Libia. Rischiano o perdono la vita, dopo violenze inaudite: non deve più accadere».

26 novembre 2021