I vescovi del Sudan: «La nazione torna al passato»

Il presidente della Conferenza episcopale Yunan Tombe Trille all’Agenzia Fides: «Credo che dietro alle forze armate ci siano i Fratelli Musulmani»

«Stiamo tornando all’era militare del Sudan, alla guerra piuttosto che la pace». Il presidente della Conferenza episcopale di Sudan e Sud Sudan Yunan Tombe Trille parla all’Agenzia Fides dopo il golpe che ha riportato il Paese indietro di due anni e mezzo, quando a governarlo c’era ancora il dittatore Omar al-Bashir, al potere da oltre tre decenni. E confida: «Credo che dietro alle forze armate ci siano i Fratelli Musulmani; da giorni, prima del golpe, li si vedeva nel Palazzo della Repubblica. La loro richiesta alla società civile e al governo era molto chiara: fatevi da parte e consegnate tutto nelle mani dei militari. Nel frattempo è stato dichiarato lo stato di emergenza e il Consiglio Supremo, il governo, le cariche istituzionali, sono state sciolte».

Il Paese al momento, a cinque giorni dal golpe, vive come sospeso. Il capo dell’esercito Abdel Fattah al Burhan, informa Fides, ha dichiarato «finita l’esperienza del governo di transizione per difendere la Rivoluzione». Un discorso, il suo, che ha diviso l’opinione pubblica, creando maggiore opposizione da una parte e attendismo dall’altra. I« toni sono stati moderati e, come li definisce una fonte che chiede l’anonimato, “perfino suadenti”. Hamdok, il capo del governo che godeva di grande prestigio, dopo aver invitato la popolazione a “scendere in piazza e riprendersi la democrazia che ci è stata scippata”, si è ritirato da giorni in un totale silenzio – si legge ancora nella nota dell’Agenzia -. Secondo alcuni, potrebbe essergli impedito di parlare e potrebbe essere minacciato e costretto ad accettare il nuovo corso».

Il presidente dei vescovi vede davanti al Paese uno scenario che «non è affatto roseo. Credo che i militari prenderanno tutto il potere – aggiunge – e irrideranno il mondo con la celebrazione di elezioni», annunciate per il 2023, che «saranno l’ennesima farsa e legittimeranno un potere illegittimo, esattamente come è successo con i governi nel passato. La gente con tutta probabilità continuerà a scendere in piazza – ancora le parole di Tombe Trille -, ma con questa situazione prevedo che ci sarà molta sofferenza».

In una conferenza pubblica tenuta il 26 ottobre il capo dell’esercito Burhan aveva giustificato il colpo di Stato addossando le principali responsabilità alle Forze per la Libertà e il Cambiamento, la principale piattaforma firmataria dell’accordo con l’esercito per la transizione, siglato nell’agosto 2019. Il motivo: queste Forze avrebbero per troppo tempo attaccato l’esercito e reso la transizione impossibile. Burhan ha richiamato tutti alla calma e chiamato il capo del governo spodestato Hamdok «fratello», evitando di toccare la questione della violenza che sta insanguinando il Sudan, mentre si rincorrono voci su «uccisioni di massa». Intanto la piattaforma civile, riferisce ancora la fonte a Fides, « annuncia manifestazioni imponenti per sabato prossimo», 30 ottobre. «Tensioni e incertezza sono a livello altissimo».

29 ottobre 2021