In Libano sempre più bambini senza cibo

La denuncia di Save the Children: «Sopravvivono con patate e riso, saltando molti pasti». Il prezzo dei generi alimentari aumentato del 390% in un anno

Save the Children torna a lanciare l’allarme sulla condizione dei bambini in Libano, alle prese con una delle peggiori crisi economiche degli ultimi due secoli. La conseguenza: i piccoli saltano molti dei pasti principali, mentre i loro genitori lottano per permettersi alimenti di base il cui prezzo è quasi quadruplicato in un anno. Save the Children ha osservato per una settimana l’assunzione giornaliera di cibo di due famiglie, una libanese e una siriana. «Patate, riso e lenticchie sono tutto ciò che c’è nella tavola delle famiglie», riferiscono. La famiglia libanese –  6 persone, con figli di età compresa tra i 12 e i 16 anni – ha dichiarato di aver consumato 11 pasti quella settimana, di cui solo due in due giorni, con un calo del 50% rispetto ai tre pasti al giorno di un anno fa. La famiglia siriana, che vive nel nord del Libano, ha riferito che i loro tre figli non hanno consumato cibo nutriente durante tutta la settimana. Il piccolo di sei mesi non veniva allattato al seno e aveva solo latte di mucca e cereali. Secondo gli esperti di nutrizione di Save the Children, questo non è salutare per un bambino di quell’età e la mancanza di cibo più nutriente potrebbe frenarne lo sviluppo.

Entrambe le famiglie hanno dovuto razionare il poco cibo che avevano e cambiare drasticamente la loro dieta per far fronte all’aumento dei prezzi del cibo nel Paese. Secondo i diari alimentari delle famiglie, è emerso che stavano sopravvivendo con un pranzo a base di purè di patate o un piatto condiviso di bulgur per cena. Farida, madre di tre figli, ha riferito a Save the Children che ormai quasi tutto il cibo è fuori portata per la sua famiglia. «Passiamo giorni senza pane perché è costoso o non è disponibile – la sua testimonianza -. Frutta e verdura sono una rarità in casa nostra e non mangiamo carne o pollo da un anno. Tutti i prodotti lattiero-caseari sono costosi, non possiamo permetterci latte o formaggio. Il timo è il nostro punto di riferimento per la colazione. Non abbiamo elettricità, quindi il nostro frigorifero viene utilizzato a malapena. La mia più grande paura – confida – è che i miei figli si ammalino per mancanza di cibo nutriente. Sono pienamente consapevole che non stanno ricevendo i nutrienti di cui hanno bisogno, come calcio e proteine e come questo stia influenzando la loro crescita fisica e mentale».

In tutto il Libano – che dalla fine del 2019 vive una delle peggiori crisi economiche dalla metà del diciannovesimo secolo, con il più alto tasso di inflazione annuale al mondo -, il prezzo dei generi alimentari di prima necessità è aumentato del 390% in un solo anno ,secondo gli ultimi dati del governo libanese. I consumatori pagano almeno tre volte tanto rispetto a un anno fa per pane, cereali, verdure o carne. E ad aggravare la situazione c’è la mancanza di energia elettrica, con blackout che durano spesso oltre le 20 ore, rendendo di fatto impossibile la conservazione di alimenti deperibili come latticini e carni. In questo quadro, informano da Save the Children, il governo libanese ha quasi tolto i sussidi su carburante, medicine e grano; una mossa che, osservano,  danneggerà i più poveri del Paese se non verrà fornita un’alternativa genuina.

A spiegarlo è Jennifer Moorehead, direttrice di Save the Children in Libano. «Le famiglie ci dicono che stanno saltando i pasti in modo che i loro figli possano mangiare. Questo è ciò a cui la popolazione vulnerabile del Libano sta ricorrendo a causa dei prezzi alle stelle – osserva -. Parliamo di famiglie che non hanno più accesso a un sacco di pane, figuriamoci a un pasto sano e completo. Questa è la scioccante realtà per milioni di persone. È fondamentale che il mondo capisca che ciò che sta accadendo in Libano non ha precedenti. Persone di ogni nazionalità e provenienza in tutto il Paese lottano quotidianamente per garantire cibo ai propri figli. Dobbiamo agire ora – esorta – per salvare vite umane e prevenire ulteriori sofferenze per i bambini e le loro famiglie».

Save the Children al momento fornisce supporto economico e servizi di consulenza a famiglie vulnerabili come quella di Farida, proteggendo in questo modo i bambini dall’impatto crescente della povertà nel Paese. Al nuovo governo libanese l’organizzazione internazionale chiede di «avviare programmi pianificati di assistenza in denaro per aiutare i bambini più vulnerabili e le loro famiglie». L’ultimo appello infine è per i donatori: l’esortazione a finanziare programmi di assistenza in denaro per proteggere le famiglie dall’aumento senza precedenti della povertà.

28 ottobre 2021