I vescovi latini nelle regioni arabe riuniti ad Abu Dhabi

Tra i temi della plenaria, il nuovo Messale Romano arabo, il Sinodo dei vescovi, l’impatto della pandemia di Covid-19 e il Patto globale sull’istruzione

Conclusa nei giorni scorsi ad Abu Dhabi – nel Centro parrocchiale di Musaffah – la plenaria della Conferenza dei vescovi latini nelle regioni arabe (Celra). Ne dà notizia il Patriarcato latino di Gerusalemme, in una nota pubblicata online, riferendo anzitutto la gratitudine al vescovo Paul Hinder, vicario apostolico dell’Arabia meridionale e dal 13 maggio 2020 amministratore apostolico dell’Arabia settentrionale, per aver reso possibile l’incontro, nonostante le restrizioni sanitarie imposte dal governo dell’Emirato a causa della pandemia di Covid-19.

Tra i temi dibattuti, il nuovo Messale Romano arabo, il Sinodo dei vescovi; l’impatto della pandemia di coronavirus e il Patto globale sull’istruzione. In particolare, per quanto riguarda il Messale, «la nuova edizione è stata aggiornata nei contenuti, nello stile linguistico e grafico, nella presentazione e inserzione di icone scritte espressamente per questa pubblicazione. I vescovi – riferisce il Patriarcato latino di Gerusalemme – hanno approvato all’unanimità il lavoro fatto, stabilendo che il nuovo Messale Romano venga stampato e possa essere usato a partire dalla prima domenica di Avvento 2022». A proposito del Sinodo, i presuli «ritengono che stia per iniziare un processo il cui intento è quello di creare un nuovo modo di “essere Chiesa”. Occorre imparare ad ascoltare tutti, a esprimere la propria idea e individuare insieme il positivo da incentivare e il negativo da correggere, lasciarsi condurre dallo Spirito per scegliere i mezzi adatti a conservare l’unità della fede e la comunione nella carità», si legge ancora nella nota del Patriarcato.

Ancora, la pandemia di Covid «ha preso di sorpresa tutti, fedeli e pastori. I parroci hanno reagito in modo diverso. È stata apprezzata molto la solidarietà interna alle diocesi e tra le diverse Chiese e istituzioni. È stata riscoperta la nostra vulnerabilità, individuale e comunitaria, e dunque l’estrema importanza dell’unità e della coesione per far fronte alla triste realtà». Circa il Patto globale sull’istruzione, infine, i vescovi hanno ribadito che «senza le scuole cattoliche, braccio operativo nel campo dell’educazione, la Chiesa perderebbe contatto con la realtà pastorale del proprio territorio, cioè con le famiglie sia cristiane che musulmane. In alcune zone non è possibile assicurare la catechesi nemmeno nelle scuole cristiane, e dove è consentito, essa lascia, talvolta, a desiderare per la poca preparazione degli insegnanti o la povertà dei testi usati. In ogni caso – ancora le parole dei vescovi – le scuole devono diventare luogo di formazione e di trasmissione dei valori che devono impregnare la vita quotidiana di ogni cittadino: prestare maggiore attenzione alla persona, considerare il diverso non come un nemico, mettere in pratica l’enciclica “Fratelli Tutti”, aiutare i più deboli, prendersi cura del creato come richiesto insistentemente dalla Laudato si’».

Da ultimo, infine, un riferimento al motu proprio “Antiquum Ministerium” di Papa Francesco, con il quale si istituisce il ministero laicale di catechista. «Occorre ora avere maggior tempo a disposizione per valutare ed approfondire, nel contesto non uniforme e complesso della Celra, la novità dell’istituzione di questa figura», la conclusione dei vescovi, che nel corso dei lavori hanno potuto visitare la grande moschea Sheikh Zayed in Abu Dhabi e l’Expo 2020 di Dubai, in particolare il padiglione della Santa Sede. Decisa, infine, la prossima riunione plenaria della Celra, fissata per il 14-16 febbraio 2022 a Roma.

28 ottobre 2021