Pontificio Istituto Giovanni Paolo II: verso l’Incontro mondiale delle famiglie

L’anno accademico inaugurato nel giorno della memoria di Papa Wojtyla, che lo fondò 40 anni fa. Paglia: «In prima linea nel cammino di preparazione»

L’anno in corso dedicato alla “Famiglia Amoris Laetitia”, l’Incontro mondiale delle famiglie del 2022 e il Sinodo sono appuntamenti che chiamano in causa anche il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, dove questa mattina, venerdì 22 ottobre, si è tenuta l’inaugurazione del nuovo anno accademico. La cerimonia si è svolta nell’auditorium “Carlo Caffarra” proprio nel giorno in cui la Chiesa ricorda Papa Wojtyla, che fondò l’Istituto esattamente 40 anni fa. Quello odierno è stato il primo dies academicus con il nuovo preside, monsignor Philppe Bordeyne, che dal 1° settembre ha raccolto il testimone da monsignor Pierangelo Sequeri, e con i due nuovi vicepresidi, i coniugi Milena Santerini e Agostino Giovagnoli.

apertura anno accademico istituto giovanni paolo II, 22 ottobre 2021Nel cuore dell’anno Amoris Laetitia, l’Istituto, rifondato da Papa Francesco l’8 settembre 2017, è chiamato «a osare nuove iniziative per facilitare, insieme al dicastero Laici, famiglia e vita , la ricezione dell’Esortazione apostolica nella pluralità delle culture e delle giovani Chiese», ha detto il preside, confermando la disponibilità a lavorare «all’unisono con il processo preparatorio» della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi. L’Istituto dovrà discernere «le vie da percorrere per rispondere alla sua profonda vocazione, onorando le esigenze formative delle Chiese locali. Nei prossimi mesi formalizzerà le linee chiare di un progetto comune capace di mobilitare l’attenzione di tutti gli interlocutori». Impegnandosi a «favorire lo spirito di collegialità», Bordeyne ha elencato gli impegni per il nuovo anno accademico, tra i quali la necessità di dare maggiore risalto al dialogo interdisciplinare «tra la Teologia e le altre scienze che affrontano i temi del matrimonio e della famiglia». Nel campo teologico dovrà dare priorità all’ascolto e all’incoraggiamento fraterno delle famiglie. Dovrà inoltre valorizzare la ricchezza rappresentata dalla diversità culturale degli studenti provenienti da 60 Paesi diversi, «estendere la rete ad altre istituzioni accademiche e rispondere adeguatamente alle molte richieste di collaborazione che arrivano da diverse parti del mondo». L’Istituto infatti ha una sede centrale a Roma, sei sezioni estere negli Stati Uniti, Messico, Spagna, Brasile, Benin, India e centri associati in Libano, Filippine e Puerto Rico. Offre due percorsi formativi rivolti a sacerdoti, religiosi e laici impegnati a vario titolo nell’accompagnamento delle famiglie. Al curriculum in Teologia del Matrimonio e della Famiglia si affianca quello in Scienze del Matrimonio e della famiglia, indicato per la formazione professionale e interdisciplinare nel campo degli studi sulle realtà familiari.

Dinamiche che saranno al centro dell’Incontro mondiale delle famiglie, sulla quale si è soffermato il Gran Cancelliere, l’arcivescovo Vincenzo Paglia. L’istituto, ha affermato, «con il suo impegno di elaborazione teologico-pastorale del pensiero della fede, che ne è il fine istituzionale, può e deve essere in prima linea» nel cammino di preparazione che Bergoglio desidera venga condiviso dalle e nelle diocesi di tutto il mondo. «Il legame vivificante tra ogni singola famiglia e la dimensione ecclesiale – ha aggiunto – è la sfida pastorale dell’epoca nuova. La riduzione dell’alleanza coniugale fra uomo e donna alla dimensione individuale e privata è un impoverimento irrimediabile per il singolo e per la comunità». L’Istituto deve sentirsi chiamato dal cambiamento d’epoca e proseguire nel campo della ricerca perché, ha aggiunto Paglia, «esiste un’abbondante letteratura morale e canonica sull’unione coniugale; la teologia della comunione famigliare è invece ancora troppo scarsa».

La cerimonia, alla quale ha partecipato anche il cardinale vicario Angelo De Donatis, è proseguita con la prolusione del cardinale José Tolentino de Mendonça sul tema “Tra amicizia e fraternità: in cammino con la Fratelli Tutti”. L’intervento del porporato, assente per una improvvisa indisposizione, è stato letto dalla vicepreside Milena Santerini. Dopo essersi soffermato sulle relazioni di amicizia e fraternità e aver evidenziato l’importanza di accogliere le diversità come un arricchimento, il porporato spiega nella prolusione che «è indispensabile preservare, ampliare e incentivare gli spazi e i processi di comunicazione non violenta. I cristiani, i credenti raccolti da una Parola che si è fatta carne per la salvezza dell’uomo, devono essere protagonisti di quest’impegno fondamentale di fraternità che è custodire la parola come luogo di senso e di verità, come generatore di umanità e di umanizzazione. Se la parola entra in crisi, si inceppa, viene minacciata. Laddove la parola viene salvata, la differenza non scade in disordine ma diviene incontro, convivenza, collaborazione, scoperta, la fraternità diviene forma di generatività».

22 ottobre 2021