Disagio giovanile, ripartono i progetti per educatori

Al via il corso e la scuola di formazione, il 22 ottobre. Don Carpentieri: «Intendiamo formare le comunità per andare fuori dai luoghi ecclesiali tradizionali»

Riprendono le attività educative in presenza del progetto “Eddaje!” a cura di don Giovanni Carpentieri, che vedono impegnata la rete di “Ospedale da campo per giovani”. L’obiettivo è fare formazione alle parrocchie, alle realtà ecclesiali in genere e ai cittadini interessati affinché acquisiscano strumenti per «abitare le periferie esistenziali del disagio giovanile» di Roma, come auspicato più volte da Papa Francesco.

La proposta è duplice. Innanzitutto c’è la “scuola di formazione” di venerdì 22 ottobre, dalle ore 10 alle 13, al Seminario Maggiore, pensata per le équipe parrocchiali. Così la illustra don Carpentieri: «In queste tre ore proviamo a cambiare l’approccio di quella parte della Chiesa che non incontra il tessuto giovanile. Lo facciamo nello stile del buon samaritano, che ha agito in favore del prossimo, ma secondo una sorta di evangelizzazione silenziosa». È un tentativo di incontrare quei giovani che da anni disertano le parrocchie e vanno seguiti nei loro luoghi di ritrovo, dalla strada ai locali di svago. L’iniziativa, che prosegue già da dieci anni, prevede un’iscrizione obbligatoria entro lunedì 18. Fornisce anche un manuale metodologico. Poi c’è il “corso di formazione” destinato ad adulti dai 20 ai 50 anni impegnati in parrocchie, gruppi, movimenti. Si svolge dalle 10 alle 16 in via Bobbio 1 (Re di Roma) e pure richiede l’iscrizione obbligatoria. È destinato, in particolare, a docenti, educatori, tirocinanti, ma anche semplici cittadini. «Intendiamo formare comunità parrocchiali affinché vadano fuori dai luoghi sacri tradizionali, fornendo anche testimonianze di chi lo fa già da anni per far capire quanto si possa fare in concreto per i ragazzi », continua don Giovanni.

Le iniziative sono organizzate dall’associazione privata di fedeli FuoriDella-Porta ODV, in collaborazione con l’iniziativa diocesana “Ospedale da campo per giovani”. Quest’ultima si rivolge soprattutto a quegli educatori, assistenti sociali, insegnanti, genitori, medici, volontari, che incontrano giovani in dipendenza o con comportamenti difficili da trattare e vogliano dare loro risposte concrete. Situazioni che, secondo don Giovanni, «nascono fondamentalmente a causa della carenza di riferimenti positivi per i ragazzi, che oggi tendono a nutrirsi solo di social media». In questo senso la pandemia ha agito da amplificatore: «L’emergenza Covid non ha fatto altro che mostrare le nostre falle, la mancanza di una sanità territoriale da un lato, ma anche la realtà di scuole-pollaio dall’altro. Non abbiamo bisogno di soluzioni fast food per i ragazzi, ma dobbiamo un po’ tutti superare le nostre convinzioni e tornare all’insegnamento del Vangelo», conclude il sacerdote. Per informazioni: dongiovannicarpentieri@gmail.com.

12 ottobre 2021