Francesco e il suo messaggio “raccontati” dai fotografi

Inaugurata al Maxxi la mostra sui “100 anni di comunicazione e cultura francescana”. Il cardinale Gambetti: quella del santo di Assisi, vicenda «senza tempo»

Dodici fotografi contemporanei chiamati a interpretare il messaggio francescano a partire da frammenti degli affreschi dipinti da Giotto per la basilica superiore di Assisi. Sono loro i protagonisti della mostra “Francesco ieri e oggi, 100 anni di comunicazione e cultura francescana”, inaugurata questa mattina, 5 ottobre, ed esposta fino al 24 del mese, con ingresso libero, nello Spazio Corner del Maxxi, il Museo nazionale delle Arti del XXI secolo. Un viaggio originale tra le fotografie di alcuni degli artisti più importanti del panorama nazionale e internazionale per raccontare il centenario dall’uscita del primo numero della rivista “San Francesco”.

«Questa mostra è un tentativo di comunicare attraverso una creatività che connette il passato al nostro presente, grazie alla capacità di alcuni di cogliere narrazioni di valori che sono perenni», ha detto nel corso dell’evento di apertura il cardinale Mauro Gambetti, già custode del Sacro Convento di Assisi, oggi vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, arciprete della basilica di San Pietro in Vaticano e presidente della Fabbrica di San Pietro, sottolineando quanto sia «senza tempo» la vicenda di San Francesco. «Quello che ha vissuto lui lo viviamo anche noi, magari modulato diversamente, ma al cuore di ciascuno ci sono le stesse aspirazioni e desideri di pace, bellezza e amicizia – ha proseguito il porporato -. L’esposizione è l’esito di un percorso che la rivista porta avanti da tempo, sforzandosi di mettere insieme linguaggi, contenuti e forme di comunicazione nuove capaci di entrare in dialogo con le persone».

A ribadire l’incredibile contemporaneità del messaggio del santo di Assisi, anche il custode del Sacro Convento di Assisi fra Marco Moroni: «Francesco viene letto in modi diversi nella storia. Già a partire dagli inizi abbiamo molteplici vite del santo che raccontano di tagli diversi sotto angolature diverse», ha commentato, osservando come la mostra – curata da Andrea Cova e realizzata con il sostegno di Cooperativa Auxilium e di Eni – dia la possibilità di «leggere il passato con gli occhi di oggi e di dire che questo passato è ancora possibile». Infatti «ciascuno di noi dentro le foto potrà leggere molteplici significati». Dello stesso parere anche Giovanna Melandri, presidente Fondazione Maxxi, a cui sono stati affidati i saluti di rito: «A ogni artista è stato chiesto di riosservare con il suo sguardo quell’iconografia così rivoluzionaria che Giotto offrì al mondo – ha detto -. Le foto ci aiuteranno a riflettere sulla testimonianza francescana, che ha attraversato i tempi e che tocca in profondità tutti noi».

Marina Alessi, Silvia Amodio, Maria Vittoria Backaus, Fabio Bonanno, Settimio Benedusi, Francesco Cito, Angelo Ferrillo, Franco Fontana, Giovanni Gastel, Efrem Raimondi, Fernando Scianna e Oliviero Toscani: sono questi i fotografi che hanno raccontato con i loro scatti, sia in bianco e nero che a colori, la spiritualità francescana a partire dal ciclo le “Storie”, universalmente attribuite al grande maestro e al suo linguaggio pittorico nuovo. Centrale la testimonianza del fotografo Francesco Cito: «Nella foto che ho realizzato ho voluto rappresentare il santo per quello che era, ovvero un figlio di un nobile che si è spogliato degli abiti che aveva per indossare un semplice saio che lo ha portato alla gente comune». La parola è quindi passata a padre Enzo Fortunato, direttore della rivista “San Francesco”, a cui sono state affidate le conclusioni: «La risposta dei fotografi è stata bella e fedele. La fedeltà crea fiducia, entusiasmo e ottimismo. Oggi Francesco è anche questo: fedeltà a Cristo e all’uomo».

5 ottobre 2021