Mattarella: stragi naziste, «segni indelebili, nelle radici della Costituzione»

Il presidente della Repubblica ricorda il 77° anniversario dell'eccidio di Marzabotto e Monte Sole. Casellati (Senato): «Violenza cieca e inumana. L'argine della memoria». Fico (Camera): «Fare tesoro del passato per difendere la nostra democrazia dalle aberrazioni dell'odio»

Monte Sole e Marzabotto, con i Comuni di Monzano e Grizzana Morandi, sono «luoghi di memoria e sacrari di pace, non soltanto per la Repubblica italiana ma per l’intera Europa». Di più: «Sono segni indelebili, che troviamo nelle radici della Costituzione e che hanno dato origine al disegno di un’Europa unita nei suoi valori comuni». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda il 77° anniversario della strage di Marzabotto, teatro, nel settembre 1944, insieme a Monte Sole, di un eccidio di civili compiuto dalle SS nel nostro Paese. «Si raggiunse in quei giorni, tra il 29 settembre e il 5 ottobre del ’44, pur nel contesto della ritirata delle truppe tedesche, il culmine di una strategia di annientamento che non risparmiò bambini e anziani, giungendo a sterminare persone del tutto incapaci di difendersi e fedeli riuniti all’interno della loro chiesa – ricorda il capo dello Stato -. L’orrore di quella “marcia della morte” e il sangue innocente versato – aggiunge  – divennero simbolo della furia distruttrice della guerra, della volontà di potenza, del mito della nazione eletta. Un simbolo che la resistenza popolare e il desiderio di pace e libertà hanno saputo capovolgere nell’avvio di un percorso di costruzione democratica e civile, fondato sui diritti inviolabili della persona e della comunità».

Nell’analisi del presidente, «il ricordo di quanto avvenuto, che doverosamente si ripete in forme aperte e pubbliche, rinnova anche l’impegno che la Repubblica e le comunità locali assumono nei confronti delle giovani generazioni», vale a dire «la responsabilità di testimoniare ancora i sentimenti, i sacrifici, gli ideali che hanno spinto il nostro popolo, insieme agli altri popoli europei, a far prevalere la civiltà sulla barbarie e ad affermare la libertà, la democrazia, la giustizia sociale come pilastri irrinunciabili della nostra vita». E della memoria come «primo, insostituibile argine perché non si ripetano simili atrocità» ha parlato anche la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. «Oggi – ha detto – ricordiamo una violenza cieca e inumana, incomprensibile agli occhi di chi crede nei diritti e nella dignità di ogni individuo. Fra l’estate e l’autunno del 1944 Marzabotto e Monte Sole furono teatro di una delle più feroci stragi della nostra storia. Le truppe naziste, con l’aiuto di guide e informatori fascisti, trucidarono 770 persone inermi, di cui 217 bambini». Ma, ha avvertito, «senza memoria, la distanza nel tempo non è un riparo sicuro».

Anche per il presidente della Camera dei deputati Roberto Fico afferma che «la conoscenza della verità ci aiuta a capire da dove veniamo e, soprattutto, dove vogliamo andare. Fare tesoro del passato serve a non ripetere gli errori, a difendere la nostra democrazia, conquistata con inenarrabili sacrifici, dalle aberrazioni cui conducono l’odio, l’intolleranza, la negazione dell’altro da sé. Un impegno che non deve mai venir meno». Sono trascorsi 77 anni, ricorda, dai «tragici fatti» del 29 settembre e del 5 ottobre 1944, che annientarono le popolazioni del comune di Marzabotto e delle colline di Monte Sole. «La “marcia della morte” delle truppe naziste, dopo aver seminato orrore e morte a Sant’Anna di Stazzema, proseguiva la sua scellerata missione, secondo un rituale ormai consolidato di rastrellamenti, distruzioni ed eccidi. Quella mattina del 29 settembre – prosegue Fico – a essere colpita da tanta ferocia fu la popolazione di Marzabotto: persone inermi, tra cui moltissimi bambini, furono trucidati senza pietà. Il ricordo di tanto orrore è rimasto vivamente impresso nella memoria collettiva del Paese». Proprio per questo, «la Camera – ricorda il presidente – ha creato un portale che consente l’accesso ai documenti formati e acquisiti dalle commissioni parlamentari di inchiesta, tra cui quella che ha indagato sulle anomale archiviazioni provvisorie e sull’occultamento dei 695 fascicoli ritrovati nell’armadio della vergogna, riguardanti circa 15mila vittime di crimini nazifascisti».

29 settembre 2021