Europarlamento: il ritiro dall’Afghanistan, fallimento della politica dell’Occidente

Conclusa la plenaria. Nelle risoluzioni adottate, la condanna del regime talebano e la richiesta a Ue e Stati membri di creare corridoi sicuri per i cittadini a rischio

Si è chiusa ieri, 16 settembre, a Strasburgo, la plenaria del Parlamento europeo. Due le risoluzioni adottate: una di politica estera, dedicata alla crisi in Afghanistan, e una sugli affari interni. Con 536 voti favorevoli, a fronte di 96 contrari e 50 astensioni, nella prima i deputati chiedono all’Ue e agli Stati membri di «collaborare per agevolare l’ulteriore evacuazione dei cittadini europei e degli afghani a rischio, in particolare ricorrendo ai corridoi sicuri a disposizione». Si dicono «sconcertati per le violazioni segnalate di esecuzioni di civili e membri delle forze di sicurezza nazionale afghane, per il reclutamento di bambini soldato, la repressione delle proteste pacifiche e delle espressioni di dissenso e le restrizioni dei diritti umani imposte in particolare nei confronti di donne e ragazze». In questo quadro, sottolineano, «la maggior parte dei rifugiati afghani cercheranno protezione nei Paesi vicini: per questo l’Ue dovrebbe sostenere questi Paesi e agevolare la creazione di corridoi umanitari per la fornitura di aiuti alimentari, acqua, servizi igienico-sanitari e medicinali». Una strada, questa, che «non può costituire un’alternativa a una vera e propria politica europea in materia di asilo e migrazione, che dovrebbe concentrarsi sul reinsediamento delle persone più a rischio e più vulnerabili».

Riguardo all’«impegno operativo» con il governo dei talebani, gli europarlamentari lo riconoscono «necessario per questioni logistiche e umanitarie, al fine di fornire assistenza umanitaria ai civili in difficoltà. Tuttavia – aggiungono -, questi contatti dovrebbero rimanere strettamente limitati a questi scopi, in quanto non sono state soddisfatte le condizioni per il riconoscimento politico» del regime talebano. Riguardo alla politica, poi, la presa di posizione è netta: «Il ritiro delle forze statunitensi e internazionali dall’Afghanistan è un fallimento collettivo della politica e della strategia estera e di sicurezza dell’Occidente e bisogna trarre seri insegnamenti da questa esperienza per il futuro. Inoltre, questo fallimento potrebbe significare un vantaggio strategico per le potenze non occidentali e i Paesi vicini, in particolare il Pakistan e la Cina e, in misura minore, la Russia».

Condanna, nella seconda risoluzione – adottata con 502 voti favorevoli, 149 contrari e 36 astensioni -, per il «continuo deterioramento della libertà dei media e dello Stato di diritto in Polonia». Dopo l’elenco di una serie di violazioni alla libertà di espressione, il Parlamento condanna «fermamente» le «campagne diffamatorie contro giudici, giornalisti e politici». Da ultimo, viene ribadita «la natura fondamentale del primato del diritto dell’Ue quale principio cardine del diritto comunitario, formalmente accettato da tutti gli Stati membri».

17 settembre 2021