Il sogno di Gianluca per il futuro dei Paesi poveri

I progetti sociali, educativi e culturali in Albania, Brasile, Camerun e Congo lanciati dall’associazione intitolata al giovane morto in un incidente nel 1996

Il desiderio di Gianluca era quello di offrire un futuro a chi, nato nei Paesi più poveri del mondo, necessitava dell’essenziale per vivere. Voleva portare medicine, acqua, aprire scuole in quelle zone dove, aveva scoperto, «è prezioso persino il sale da cucina». Sogno che non è riuscito a realizzare personalmente perché la sua vita si è bruscamente interrotta a 20 anni, il 3 aprile 1996, a causa di un incidente stradale. A portare avanti le sue aspirazioni ci hanno pensato i genitori Franco e Francesca Felici, che l’11 settembre 1996 hanno fondato l’Associazione Gianluca Felici che fornisce assistenza socio-sanitaria e realizza progetti di solidarietà sociale, formativi, socio-educativi, culturali in Albania, Brasile, Camerun, Congo.

Per il 25° anniversario della onlus l’11 settembre, nel salone parrocchiale di San Policarpo, sono state ricordate, con video e fotografie, le opere promosse fino ad oggi. Inaugurato anche il mercatino della solidarietà, con manufatti artigianali realizzati dai volontari, il cui ricavato sarà investito nei progetti dell’associazione. La genesi dell’associazione affonda le radici nel 1994, quando Gianluca e i compagni di liceo dell’Istituto Santa Dorotea visitarono la missione che le suore Dorotee avevano aperto a Vau Dejes, nel nord dell’Albania, dopo la caduta del
regime. «Da quel viaggio Gianluca è tornato cambiato – ricorda la mamma, Francesca, presidente dell’associazione -. Era rimasto sconvolto dall’incontro con i bambini denutriti».

È proprio in Albania che la onlus ha mosso i primi passi e in questi 25 anni ha realizzato il Centro educativo “Gianluca Felici” per i bambini, la Casa della Carità per i disabili abbandonati e gli anziani soli, la sede degli ambasciatori di pace, il laboratorio di ceramica e l’attrezzatissimo laboratorio di falegnameria di oltre mille metri quadrati, che fornisce le giuste competenze a chi vuole investire nel futuro lavorativo. Sono stati avviati il corso di taglio e cucito e la campagna “Adozione a distanza delle famiglie”. «All’inizio ogni progetto ci sembrava impossibile da realizzare – prosegue Francesca -. Con l’aiuto di Dio e di Gianluca, senza i quali nulla sarebbe stato possibile, ogni ostacolo è stato superato».

In Camerun la onlus sostiene, tra l’altro, le spese di gestione della casa famiglia Lar di Eseka per ragazze sole, ha scavato un pozzo e realizzato tre cisterne. E ancora, in Brasile ha inaugurato la Casa degli Angeli e il centro Porte aperte, in Congo ha ristrutturato il Centro nutrizionale, fornito un ecografo, avviato corsi di formazione professionale per infermieri. «Prima della pandemia progettavamo la costruzione di una scuola in Mozambico, progetto al momento sospeso – dice Francesca -. È nostro desiderio portare a termine quanto prima quest’opera ma il Covid ha pesantemente influito anche sulle donazioni. Preghiamo incessantemente Dio affinché ci aiuti a sostenere le opere già realizzate, che accolgono e sostengono migliaia di persone ancor più provate dalla pandemia, e ad avviare nuovi progetti in Paesi poveri».

13 settembre 2021