Il Papa: «Possano tutti gli afghani vivere con dignità, in pace e fraternità»

L’appello al termine dell’Angelus del 5 settembre. «Prego che molti Paesi accolgano e proteggano quanti cercano una nuova vita e per gli sfollati interni»

L’Afghanistan e i suoi giovani al centro dell’appello rivolto ieri, 5 settembre, dal Papa, al termine della preghiera dell’Angelus. «Possano i giovani afghani ricevere l’istruzione, bene essenziale per lo sviluppo umano. E possano tutti gli afghani, sia in patria, sia in transito, sia nei Paesi di accoglienza, vivere con dignità, in pace e fraternità», le parole di Francesco. In questi «momenti concitati – ha aggiunto – che vedono gli afghani cercare rifugio, prego per i più vulnerabili tra loro. Prego che molti Paesi accolgano e proteggano quanti cercano una nuova vita. Prego anche per gli sfollati interni, affinché abbiano l’assistenza e la protezione necessarie».

Nelle parole del pontefice anche il ricordo e la preghiera «per le popolazioni degli Stati Uniti d’America colpite nei giorni scorsi da un forte uragano. Il Signore accolga le anime dei defunti e sostenga quanti soffrono per questa calamità», ha aggiunto. Quindi l’annuncio del viaggio a Budapest, domenica 12 settembre, per la conclusione del Congresso eucaristico internazionale. «Il mio pellegrinaggio – ha detto ai fedeli riuniti in piazza San Pietro per la preghiera mariana – proseguirà, dopo la Messa, per alcuni giorni in Slovacchia e si concluderà il mercoledì successivo con la grande celebrazione popolare della Vergine Addolorata, Patrona di quel Paese. Saranno così giorni segnati dall’adorazione e dalla preghiera nel cuore dell’Europa», ha osservato. Quindi il saluto e il ringraziamento a «coloro che hanno preparato questo viaggio» e a «quanti mi attendono e che io stesso desidero di cuore incontrare. Chiedo a tutti di accompagnarmi con la preghiera – ha concluso Francesco – e affido le visite che compirò all’intercessione di tanti eroici confessori della fede, i quali testimoniarono in quei luoghi il Vangelo tra ostilità e persecuzioni. Essi aiutino l’Europa a testimoniare anche oggi, non tanto a parole ma soprattutto con i fatti, con opere di misericordia e di accoglienza, il buon annuncio del Signore che ci ama e ci salva».

6 settembre 2021