Tokyo 2020: il motto olimpico modificato nello stile della “Fratelli tutti”

Athletica Vaticana commenta la ratifica ufficiale da parte del Cio: a “Citius, altius, fortius” si aggiunge l’aggettivo “communis”, «dono reciproco»

La ratifica ufficiale da parte del Comitato olimpico internazionale (Cio) c’è stata ieri, 20 luglio, durante la 138ª sessione che si è svolta a Tokyo: lo storico motto olimpico, “Citius, altius, fortius”, è stato modificato con l’aggiunta dell’aggettivo “communis”. In inglese diventa quindi “Faster, higher, stronger, together”. Le Olimpiadi di Tokyo 2020 iniziano quindi «nel segno solidale suggerito dall’enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco», commentano da Athletica Vaticana in una nota. La parola “communis”, spiegano, deriva da “cum munus”, ossia “dono reciproco”, perché «solo con uno stile solidale – insieme – si potrà uscire migliori dalla crisi. Anche attraverso lo sport».

L’idea è del presidente Cio Thomas Bach, che ha anche informato Papa Francesco, e riguardo da vicino l’associazione sportiva vaticana, come ha più volte spiegato il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura. La parola latina più corretta, ha evidenziato più volte il porporato, sarebbe in realtà “simul” ma il Cio temeva che si potesse accostare all’espressione “simulazione”. Di qui la scelta di “communis” anche se per Ravasi sarebbe stata più corretta la forma avverbiale “communiter”.

“Simul currebant” (dal Vangelo di Giovanni: Pietro e Giovanni «correvano insieme») e “We Run Together” sono i motti di Athletica Vaticana. Il Cio, prosegue l’associazione sportiva, «si è mosso su questa stessa linea inclusiva e solidale nella scelta delle parole per il motto olimpico». Nel ricordare l’udienza concessa lo scorso 29 maggio da Papa Francesco a una delegazione di Athletica Vaticana, una settimana prima della partenza per i Campionati di atletica leggera dei Piccoli Stati d’Europa a San Marino, l’associazione ricorda il dono al pontefice del testimone con la scritta “Simul currebant”. Augura quindi «buona Olimpiade a tutti – soprattutto a chi rappresenta le realtà più piccole e povere (come il team dei rifugiati) – con un grande incoraggiamento a chi sta faticando e soffrendo nella grande “gara della vita”».

21 luglio 2021