Il cordoglio del Papa per l’assassinio del presidente di Haiti

Le condoglianza al popolo haitiano e alla moglie di Jovenel Moise, ferita nell’attacco. L’appello dei vescovi: «Deponete le armi, scegliete la vita»

«Odioso assassinio». Nel telegramma inviato tramite il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin alla nunziatura apostolica di Haiti Papa Francesco definisce così l’attacco che, nella notte tra il 6 e il 7 luglio, è costato la vita al presidente haitiano Jovenel Moise. Il pontefice esprime quindi le sue condoglianze «al popolo haitiano» e alla moglie di Moise, Martine,  «gravemente ferita, la cui vita raccomanda a Dio».

Unitamente alla preghiera al «Padre della misericordia» per «il riposo dell’anima del defunto», Francesco esprime anche la sua tristezza e la condanna di «ogni forma di violenza come mezzo di risoluzione delle crisi e dei conflitti». Da ultimo, al «caro popolo haitiano» rivolge l’augurio di «un avvenire di concordia fraterna, di solidarietà e di prosperità».

Una ferma condanna dell’omicidio, «inammissibile e rivoltante», del presidente Moise e del ferimento della moglie, ricoverata in ospedale in condizioni gravi, è arrivato, nella mattina di oggi, 8 luglio, anche dai vescovi di Haiti. «Deponete le armi, scegliete la vita, scegliete di vivere insieme fraternamente nell’interesse di tutti e nell’interesse di Haiti», l’appello dei presuli, che presentano anche le loro condoglianze ai familiari della coppia presidenziale, pregando perché «l’anima del defunto riposi in pace» e la moglie «ritrovi rapidamente la salute».

Questo «triste evento», si legge nella nota della Conferenza episcopale haitiana, viene a segnare «una svolta spiacevole della storia del nostro popolo sfortunatamente dettata dalla scelta deliberata di usare violenza, da qualche tempo, in molti settori della popolazione, come metodo di sopravvivenza e di regolamento dei conti. La violenza non può che generare violenza e condurre all’odio – affermano i vescovi -. Non aiuterà mai il nostro Paese a uscire da questa impasse politica che non potrà essere risolta se non attraverso il dialogo, il consenso, lo spirito del compromesso, a favore dell’interesse superiore della nazione, per il bene comune del Paese». Quindi l’invito è a «superare l’orgoglio e gli interessi dei gruppi per cercare insieme, intorno a un tavolo, la soluzione haitiana tanto attesa dalla popolazione, dettata dall’amore per Haiti e dai valori del popolo». Da ultimo, l’affidamento del Paese all’intercessione di Maria, perché «venga in nostro aiuto e liberi Haiti dai lacci dell’odio e del male».

8 luglio 2021