Padre Lepori: la preghiera apre a una relazione di amore

L’incontro con l’abate generale dei cistercensi nella basilica di Santa Maria in Domnica. «L’importanza di rimanere attaccati a ciò che dà frutto»

Preghiera, missione, lavoro e giovani: sono questi i pilastri su cui si è articolato l’incontro con padre Mauro Giuseppe Lepori, abate generale dell’Ordine Cistercense, svoltosi sabato 29 maggio presso la basilica di Santa Maria in Domnica alla Navicella. A fare da sfondo all’appuntamento il tempo di sospensione vissuto con la pandemia: «Quest’anno ha rappresentato per tutti una educazione a chiedersi se ciò che dà valore alla nostra vita è la circostanza o qualcosa di più profondo; e a ritrovare la ragione per cui siamo legati a un luogo e a delle persone precise – le parole dell’abate -. Nei monasteri maschili la pandemia è stata l’occasione per riprendere coscienza della necessità di dare significato al fatto di vivere dentro una stabilità comunitaria che chiama costantemente a convertirsi». Anche oggi, ha proseguito, «nonostante i momenti di stanchezza e pesantezza, rinasce sempre qualcosa quando ritroviamo la fraternità nel camminare assieme per seguire Cristo».

padre Mauro Giuseppe Lepori, abate generale dell’Ordine Cistercense, incontro a S.Maria in Domnica, 29 maggio 2021

Meditando sulla parabola della vite e dei tralci contenuta nel Vangelo di Giovanni, padre Lepori ha poi invitato a «recuperare questa immagine per vivere oggi il tempo della Chiesa e del mondo e per comprendere non tanto quali saranno le condizioni con cui torneremo a fare quello che desideriamo, ma l’importanza di rimanere attaccati a ciò che dà frutto». Da qui la centralità della preghiera, in particolare quella del mattino, intesa come «una porta che apre la vita a una relazione di amore con Cristo», ha commentato ancora l’abate, sottolineando come «sia proprio questo primo gesto della giornata a dare senso al bisogno delle altre preghiere». Tutto viene di conseguenza vissuto «dentro quel rapporto tra il cuore e il Signore indicato anche da San Paolo quando scrive: “Qualunque cosa facciate, fatela di buon animo, come per il Signore”».

padre Mauro Giuseppe Lepori, abate generale dell’Ordine Cistercense, incontro a S.Maria in Domnica, 29 maggio 2021La riflessione di padre Lepori si è poi spostata sulla tentazione al protagonismo nei rapporti umani tra i giovani: «La comunità cristiana è il corpo di Cristo nel quale ogni membro è diverso, eppure tutti sono uniti da un unico sangue – ha detto -. È importante vivere i nostri rapporti con questa coscienza, educarci ad essa perché solo così si rispetta la libertà dell’altro». Sapere che «ogni membro del corpo di Cristo è Cristo ci aiuta a scoprire il fratello come membro indispensabile del corpo a cui appartengo; non c’è infatti valore più grande che posso dare all’altro che conoscerlo». Parola chiave è dunque carità, ovvero «rispettare la libertà dell’altro e aspettare che questa cresca per poi aderire a un valore, a qualcosa di veramente prezioso per lui e per me».

Padre Lepori si è poi soffermato sui temi del lavoro e della missione: «La testimonianza non deve essere il frutto del lavoro, ma piuttosto il lavoro frutto della testimonianza – ha sottolineato -. Se una persona si accinge al suo lavoro con dentro l’amore per Gesù Cristo, qualsiasi cosa farà sarà una testimonianza». Ricordando la raccomandazione di san Benedetto a considerare e a trattare gli strumenti di lavoro “come vasi sacri dell’altare”, ha infine concluso: «La bellezza del lavoro non è il lavoro stesso, ma quel lavoro che si fa con un orizzonte più ampio e vasto».

31 maggio 2021