Nella Striscia di Gaza 400mila persone senza acqua. 100mila gli sfollati

Allarme Oxfam a pochi giorni dal cessate il fuoco. «Comunità internazionale intervenga anche per la fine dell’occupazione e del blocco, da 14 anni»

Reti idroelettriche distrutte. Chiuso l’unico impianto di desalinizzazione. Il risultato: 400mila persone senz’acqua, costrette, in piena pandemia, a sopravvivere in condizioni igienico-sanitarie sempre più critiche, con gli ospedali che sono stati colpiti dagli attacchi. Oxfam fa il bilancio di 11 giorni di bombardamenti sulla Striscia di Gaza, a pochi giorni dal cessate il fuoco. «L’intera popolazione della Striscia – 2,1 milioni di persone – giorno dopo giorno sta vivendo le conseguenze dei bombardamenti israeliani, che hanno causato 248 vittime, distrutto 258 edifici che ospitavano 1.042 tra abitazioni e uffici, devastato i servizi pubblici essenziali», afferma Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia.

Circa 100mila palestinesi sono stati sfollati durante i bombardamenti e cercano ora di fare ritorno alle proprie case. «Gaza dipende dal carburante per produrre elettricità e rifornirsi di acqua – aggiunge Pezzati -; con l’interruzione degli approvvigionamenti, centinaia di migliaia di persone sono costrette in condizioni igienico-sanitarie spaventose. La mancanza di elettricità e la distruzione di sedi di uffici hanno costretto molte piccole aziende a fermarsi. Le autorità israeliane hanno ridotto la fornitura di combustibile e chiuso gran parte della zona di pesca di Gaza, privando 3.600 pescatori della loro fonte di sostentamento».

In questo contesto si innesta anche la pandemia di Covid-19, con gli oltre 330mila casi registrati tra Gaza e Cisgiordania, 3.700 vittime, sei ospedali e 11 strutture danneggiati, tra cui l’unico laboratorio di analisi per i casi di coronavirus, e quasi nessuno strumento per proteggersi dal contagio. «Gaza – ribadisce Pezzati – non potrà rialzarsi finché non saranno risolte le cause alla base dell’ultimo conflitto. Quello che oggi viene riscostruito, potrebbe essere distrutto domani da nuovi bombardamenti. La comunità internazionale – prosegue – deve intervenire con un’immediata e concreta azione politica, che garantisca non solo un cessate il fuoco duraturo ma anche la fine dell’occupazione e del blocco in corso da 14 anni sulla Striscia di Gaza».

26 maggio 2021