Nello Yemen raddoppiati gli attacchi contro le scuole

La denuncia di Save the Children: circa 30.600 bambini senza accesso all’istruzione, solo nel mese di marzo. Complessivamente sono più di 2 milioni

Scuole ancora sotto attacco nello Yemen, anche nel mese di marzo: 5 gli edifici che sono stati colpiti, lasciando senza accesso all’istruzione circa 30.600 bambini. È la denuncia che arriva da Save the Children, che mette l’accento sull’aggravarsi di una crisi educativa già grave nel Paese. «Queste aggressioni – si legge in una nota – sono più del doppio di quelle subite dalle scuole nell’ultimo trimestre del 2020. Complessivamente, sono più di 2 milioni i bambini rimasti senza accesso all’istruzione e almeno 2.500 edifici scolastici sono stati coinvolti dal conflitto».

L’escalation delle violenze in aree come Taiz hanno segnato il trimestre con il numero più alto di vittime negli ultimi due anni: 50 persone uccise o ferite tra gennaio e marzo 2021. A marzo le scuole di Taiz sarebbero state danneggiate da quattro bombardamenti, tre dei quali hanno provocato 11 vittime civili, tra cui 4 bambini. Un altro attacco ha avuto luogo nella Capitale di Sana’a, dove una scuola sarebbe stata colpita da un’incursione aerea. Tali offensive possono avere un grave impatto per anni sull’istruzione dei bambini o addirittura per tutta la vita. Non solo: all’inizio di maggio, i report hanno riferito di 5 bambini uccisi e 12 feriti in alcune delle linee di fronte più pericolose a Hodeida, Saada e Ma’rib e gli operatori di Save the Children a Taiz hanno riferito di altri 2 feriti dai bombardamenti nei giorni scorsi. Negli ultimi tre anni quasi 1 vittima civile su 4 era un bambino.

Per Xavier Joubert, direttore di Save the Children in Yemen, «gli attacchi contro le scuole non solo mettono in pericolo la vita dei bambini ma distruggono anche i loro sogni di una vita migliore. Le scuole dovrebbero essere un rifugio sicuro per i più piccoli, non un campo di battaglia. Le parti in conflitto e i loro alleati internazionali hanno la responsabilità di proteggere i bambini e il loro futuro». Sulla stessa linea il commento di Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children Italia: «Tragedie come questa non possono passare sotto silenzio, l’Italia deve proteggere questi bambini e fermare tutte le armi esportate verso il conflitto in Yemen».

19 maggio 2021