Myanmar, l’appello di suor Ann contro la violenza dei militari

La testimonianza della religiosa, 44 anni, che si inginocchiò davanti all’esercito, alla vigilia della Messa che il Papa celebrerà domenica 16 maggio. L'invito a «farsi prossimi di chi è indifeso per far prevalere la giustizia»

«Il mio unico obiettivo era salvare i giovani dalla violenza disumana dei militari. Ho agito spontaneamente, ho avvertito che Dio si è servito di me per salvare tutta quella gente. Non ho mai pensato alle conseguenze, solo a distanza di ore ho realizzato quanto accaduto e mi sono meravigliata di me stessa». È disarmante la naturalezza con la quale suor Ann Rose Nu Tawng racconta il suo essersi inginocchiata per ben due volte, il 28 febbraio e l’8 marzo, davanti all’esercito schierato in assetto di guerra.

Il suo unico intento era scongiurare le violenze contro i manifestanti che reclamavano il ritorno della democrazia. Mai avrebbe immaginato che la fotografia di lei inginocchiata davanti ai soldati facesse il giro del mondo e riaccendesse i riflettori sulla situazione in Myanmar dove il 1° febbraio è iniziato il colpo di Stato militare che ha portato all’arresto di Aung San Suu Kyi. L’unica voce che si è levata in difesa di un popolo perseguitato da anni è quella di Papa Francesco al quale la religiosa birmana ha espresso gratitudine per la speciale Messa che Bergoglio presiederà nella basilica di San Pietro domenica 16 maggio, festa dell’Ascensione, per il popolo del Myanmar. L’auspicio della religiosa è che le sue parole «spingano i capi delle nazioni ad occuparsi di un popolo dimenticato da tutti».

Lo spirito del “buon samaritano” ha prevalso in questa suora di 44 anni appartenente alla congregazione di San Francesco Saverio, infermiera in un ospedale della diocesi di Myitkyina, nel nord del Paese. Ha raccontato il suo gesto questa mattina, 13 maggio, durante un incontro online trasmesso dalla Sala Marconi di Radio Vaticana in occasione della pubblicazione del libro dell’Editrice missionaria italiana “Uccidete me, non la gente” scritto dal giornalista Gerolamo Fazzini. Ispirandosi proprio alla parabola evangelica del buon samaritano, la religiosa ha invitato a farsi sempre prossimi di chi è indifeso «per difendere la verità e far prevalere la giustizia».

Tra le superiori e le consorelle, in tante l’hanno incoraggiata ma c’è stato anche chi ha espresso preoccupazione e l’ha ammonita per aver rischiato la vita. Suor Ann Rose è però convinta che tutto è possibile «se si fa affidamento sulla potenza della preghiera, anche se si vive la persecuzione». Confida di «aver attinto forza e coraggio dall’adorazione eucaristica» e il suo inginocchiarsi «non è stato un gesto di debolezza ma di riconciliazione e di perdono». Appartenente a una minoranza cristiana perseguitata, la religiosa ha sofferto tanto fin da piccola per non essere mai stata libera. «Il Myanmar – ha raccontato -, da felice e pacifico che era, è diventato un Paese dove regnano la paura e la tristezza. Le persone comuni non vogliono sottostare a un regime militare. Per questa ragione ho fatto quel che ho fatto, non potendo più sopportare di vedere la gente piangere e soffrire».

Il libro ha un duplice obiettivo, ha spiegato Fazzini, dare «giusto rilievo alla testimonianza di suor Anne Rose e far conoscere la storia del Myanmar legata all’Italia da un filo rosso». Furono i missionari del Pime tra i primi che nel 1867 iniziarono a evangelizzare nella parte orientale del Paese. All’incontro, moderato dalla giornalista di Tv2000 Monica Mondo, è intervenuto anche Andrea Monda, direttore de L’Osservatore Romano, il quale si è concentrato «sul gesto di inginocchiarsi che può sembrare antico ma che non lascia indifferenti. È il gesto dell’adorazione – ha detto -, dell’umile, di chi prega e supplica». Ha ricordato che anche Papa Francesco, quando lo ritiene opportuno, si inginocchia nonostante le difficoltà dovute all’età e ha riportato alla memoria l’11 aprile 2019 quando Bergoglio si è inginocchiato davanti ai leader politici del Sud Sudan baciando loro i piedi implorandoli di rimanere nella pace.

13 maggio 2021