Bruciore di stomaco, un fastidio sottovalutato

Tra le patologie, la più diffusa è sicuramente la gastrite, che colpisce il 50% della popolazione. Il ruolo dell’Helicobacter Pylori. Le terapie possibili

Bruciore, rigurgito acido, dolore allo stomaco. A tutti almeno una volta nella vita sarà capitato, magari dopo un pasto pesante o nei periodi di forte stress. Un fastidio sempre più comune e spesso sottovalutato, che porta il paziente ad auto curarsi con farmaci da banco che alleviano i sintomi ma non risolvono il problema. Ecco perché quando lo stomaco si fa sentire è importante rivolgersi a uno specialista.

Per prima cosa, quando si parla di bruciore di stomaco, bisogna capire dove questo si localizza. Se, infatti, il bruciore è dietro allo sterno – al petto, si chiama pirosi – ed è accompagnato da rigurgito acido ci troviamo davanti ai classici sintomi del reflusso gastroesofageo. Se, invece, il paziente lamenta dolore e bruciore nella parte alta o centrale della pancia, allo stomaco, può essere il campanello d’allarme di diverse patologie. Per capire l’origine del dolore e trovare la cura più adeguata è necessario rivolgersi a un gastroenterologo, che tramite un esame endoscopico, di solito una gastroscopia e un’indagine istologica, valuta l’origine del disturbo. Le patologie acido-relate che si possono diagnosticare con questo semplice esame, totalmente indolore, sono: la gastrite, l’ulcera gastrica o duodenale e più raramente malattie neoplastiche.

Tra queste patologie, la più diffusa è sicuramente la gastrite. Stress, farmaci che attaccano la mucosa gastrica e l’Helicobacter Pylori sono i principali responsabili di questa patologia che colpisce il 50% della popolazione. Se il paziente non presenta alcun fattore di rischio, come età superiore ai 45 anni, familiarità con patologie tumorali dello stomaco, improvvisa perdita di peso, difficoltà a deglutire e bruciore epigastrico anche notturno, allora la gastroscopia non è necessaria e il medico può fare diagnosi, sulla base di esami di laboratorio, un’ecografia e la visita, di una dispepsia funzionale, ovvero non dovuta a lesioni organiche dell’apparato digerente.

Rientrano in questa sfera la sindrome da disturbo post prandiale e la sindrome da dolore epigastrico urente, ossia un generico bruciore allo stomaco. Anche qui un ruolo notevole potrebbe essere giocato dall’Helicobacter Pylori ma anche fumo, ansia, cattive abitudini di vita in generale e appartenenza al sesso femminile. Il cibo può giocare un ruolo importante anche se è bene ricordare che l’alimentazione non è mai la causa della cattiva digestione ma può sicuramente peggiorare i sintomi. Tra questi troviamo sicuramente i cibi grassi, che richiedono parecchio tempo per essere digeriti; frutta e verdura acidi che possono irritare la mucosa gastrica come arance, limoni e pomodori; così come il caffè e le bibite gassate.

A seconda della patologia, il medico sceglierà quale terapia prescrivere al paziente. Esistono tre categorie di farmaci per i bruciori di stomaco: gli antiacidi, i procinetici e gli inibitori della secrezione acida gastrica. I primi non necessitano di ricetta medica e servono soprattutto per trattare il sintomo, in quanto agiscono direttamente sul pH dello stomaco. I secondi aiutano a svuotare lo stomaco e per questo possono essere assunti solo se prescritti dal medico, così come gli inibitori della pompa protonica che riducono la secrezione acida dello stomaco, alla base del bruciore. (Michele Cicala, direttore Gastroenterologia Policlinico Universitario Campus Bio-Medico)

7 maggio 2021