Mattarella: «Durante la pandemia ribadito il senso di comunità»

Il capo dello Stato collegato dal Quirinale all’inaugurazione dell’anno accademico nel centenario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

Il contributo offerto in cento anni di storia dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e che continua «ad esprimersi con i suoi specifici caratteri e valori alla vita della comunità nazionale, ha manifestato che si avverte questo senso di comunità che l’Italia ha visto ribadito con forza nella sua fondamentale importanza durante l’emergenza della pandemia, che ci ha ricordato come ciascuno di noi dipenda fortemente da tutti gli altri. Una grande sensibilità espressa in maniera particolarmente importante nell’opera del Policlinico Agostino Gemelli e nell’impegno profuso nell’emergenza sanitaria dai docenti più noti ai giovanissimi specializzandi e infermieri».

Nelle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’apprezzamento per l’università che «ha mantenuto la sua funzionalità attenuando le restrizione e le privazioni» che gli studenti subiscono da oltre un anno e l’omaggio al personale sanitario del policlinico romano. In collegamento dal Palazzo del Quirinale, Mattarella è intervenuto questa mattina, 13 aprile, all’inaugurazione del Centenario dell’anno accademico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore trasmessa in diretta streaming dall’aula magna della sede milanese dell’ateneo con collegamenti con le sedi di Roma, Piacenza e Brescia.

Unendosi al cordoglio espresso dal rettore Franco Anelli, all’inizio del suo intervento Mattarella ha ricordato «i maestri, i colleghi del corpo docente e gli amici dell’ateneo rimasti vittime del Covid-19». Da un secolo il più grande ateneo cattolico d’Europa, fondato da padre Agostino Gemelli, Ludovico Necchi, Francesco Olgiati, Armida Barelli e Ernesto Lombardo si confronta con le sfide della società per rimanere al passo con l’innovazione mantenendo intatti i valori della formazione, ricerca, cura, assistenza. Parlando della formazione, poi,  Mattarella si è concentrato sulla «missione sociale e civile» svolta dalle realtà che «contribuiscono con qualunque segno e ispirazione al bene comune, in particolare quelle orientate alla formazione che danno un’impronta al futuro del nostro Paese». Oltre 300mila i laureati e i diplomati all’ateneo dalla sua fondazione e 45mila gli attuali studenti. Rivolgendosi ai docenti, il presidente della Repubblica, ricalcando le parole di padre Gemelli, ha evidenziato che «per essere educatori occorre dare credito ai giovani che mantengono sempre giovane l’ateneo».

Dalle aule dell’Università Cattolica, inaugurata ufficialmente il 7 dicembre 1921 a Milano, sono passati, tra gli altri, un presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, 4 presidenti del Consiglio, tre presidenti del Senato e due della Camera. Per il rettore tutti gli studenti educati nell’ateneo rappresentano «il più grande dono che l’università può rivendicare di aver dato alla società italiana, più ancora della ricca produzione scientifica e della testimonianza culturale. Questo primo secolo non è storia passata – ha aggiunto – è una “fabbrica” perennemente operosa, come un’antica cattedrale, che consegniamo a tutti coloro che scriveranno le prossime pagine della vita dell’ateneo».

Dall’arcivescovo di Milano e presidente dell’Istituto Toniolo Mario Delpini l’augurio che l’università Cattolica sia sempre «inquieta», perché «inquietudine significa che il gradimento è ambiguo e che non si deve temere l’impopolarità in nome della verità di cui siamo testimoni. L’inquietudine significa che gli ambiti di ricerca non possono essere solo quelli che “soddisfano i clienti”, ma devono essere quelli che aprono orizzonti, che inquietano gli studenti e i docenti».

 Riagganciandosi a questo concetto, Mattarella ha riflettuto che «l’inquietudine di sentirsi cittadini del mondo, ma al contempo pellegrini al suo interno, è comune a tutti, qualunque siano le convinzioni che vengono professate, perché in fondo riflette quel senso di incompiutezza che accompagna la condizione umana, che induce costantemente a pensare oltre, a cercare costantemente nuove esperienze e nuove conoscenze da parte di chi avverte questo senso e questa sollecitazione. Questo senso di non appagamento in realtà è alla base di ogni sforzo di ricerca – ha concluso -. È questo il carattere che rende attrattivi gli atenei, che rende preziosa la loro azione nel nostro Paese, fondamentale per il suo presente e per il suo futuro».

13 aprile 2021