Vaccini anti Covid, don Buonaiuto: «Non si può supplicare per ciò che spetta di diritto»

Il sacerdote della “Papa Giovanni XXIII” su Interris.it: «Non possiamo non interrogarci su cosa non stia funzionando nella reazione italiana alla pandemia»

Riprende le parole di Papa Francesco sulla necessità di salvaguardare «l’accesso universale al vaccino anti Covid», don Aldo Buonaiuto, sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII e fondatore della testata online Interris.it, denunciando anzitutto la «disuguaglianza negli strumenti sociali», che «rappresenta in tempo di pandemia l’offesa più grave che l’umanità possa infliggere alle persone fragili e vulnerabili». Nel suo editoriale, il sacerdote osserva che «siamo bombardati ogni giorno da centinaia di informazioni spesso tra loro contraddittorie e, nella tragedia collettiva dell’emergenza Covid, si stenta a intravedere una linea di azione coerente da parte delle istituzioni nazionali e comunitarie. Agli annunci – aggiunge – raramente corrispondono realizzazioni concrete».

Il riferimento di don Buonaiuto è ai tanti anziani non autosufficienti che ancora attendono di essere immunizzati. «Proprio loro – evidenzia -, più di tutti, rischiano di pagare con la vita gli errori compiuti a tutti i livelli di responsabilità nella gestione di una piaga che sta diventando sempre più cronica e traumatica». Quindi, il suo sguardo si sposta oltre frontiera. «Se ieri Paesi a noi simili come la Germania e la Francia hanno messo in sicurezza il doppio o il triplo di soggetti esposti non possiamo non interrogarci su cosa non stia funzionando (al di là dei toni rassicuranti) nella reazione italiana alla sfida Covid – scrive -. Solo una coscienza intorpidita può far passare sotto silenzio le iniquità nella vaccinazione di classi di età che hanno fatto grande il nostro Paese rialzandolo dalle macerie della guerra». E riferendo di «docenti universitari ancora giovani che hanno ottenuto la tanto sospirata dose di vaccino quando milioni di disabili, over 70 e 80, operatori di comunità sociosanitarie sono ancora in lista», conclude che «la vita non si misura in denaro accumulato o in favori illecitamente conseguiti, bensì nella dignità di non dover supplicare qualcuno per raggiungere ciò che ti spetta per diritto».

12 aprile 2021