In Yemen oltre 2.300 bambini uccisi negli ultimi 3 anni

I dati diffusi da Save the Children, a 6 anni dall’inizio del conflitto, il 25 marzo 2015. Oggi nel Paese 2 persone su 3 hanno bisogno di aiuto per sopravvivere

Alla vigilia del sesto anniversario del conflitto in Yemen, domani, 25 marzo, Save the Children traccia il bilancio di una guerra sempre più mortale per i bambini. Basti pensare che negli ultimi 3 anni tra le vittime civili 1 su 4 era un bambino; 2.341 i minori che hanno perso la vita tra il 2018 e il 2020: il 22,85% del totale. In quella che l’organizzazione definisce «la più grande crisi umanitaria al mondo», 2 persone su 3 hanno urgente bisogno di aiuto per sopravvivere e i bambini continuano a morire a migliaia, oltre che per le bombe, per cause facilmente prevenibili.

Attualmente, nel Paese, 11,3 milioni di bambine e bambini necessitano di assistenza umanitaria. Uno scenario ulteriormente inasprito dalla carestia, aggravata dai tagli agli aiuti recentemente annunciati, dalle restrizioni di lunga data all’accesso umanitario fino al collasso economico, dagli attacchi alle infrastrutture civili come scuole e ospedali fino ai combattimenti in corso nelle aree densamente popolate. Nelle parole del direttore di Save the Children in Yemen Xavier Joubert, «i bambini yemeniti vivono da 6 anni un incubo orribile e senza fine. Continuano a essere uccisi e feriti quasi quotidianamente. Vanno a letto affamati, vedono persone che muoiono di fame e non posso andare a scuola. Ogni giorno – prosegue – i bambini rischiano di morire o di restare feriti se si avventurano fuori; sono vittime dei frequenti bombardamenti che prendono di mira luoghi nei quali dovrebbero sentirsi al sicuro, come case, scuole, ospedali e mercati».

Tra i “nemici”, la malnutrizione: 1,8 milioni di piccoli sotto ai 5 anni, riferiscono da Save the Children, risultano attualmente malnutriti; tra loro «circa 400mila affetti da gravi forma di malnutrizione». Difficile anche l’accesso all’istruzione, con 2 milioni di bambini tagliati fuori dalla scuola. «Tutte le parti in conflitto devono mettere in atto il prima possibile un completo cessate il fuoco, che deve servire come apripista per un impegno verso la pace e una soluzione politica a questa guerra: è l’unico modo per porre veramente fine a questa catastrofe umanitaria», conclude Joubert.

24 marzo 2021