Myanmar: sanzioni Ue ai responsabili del colpo di Stato e della repressione

Colpiti 10 ufficiali del più alto rango delle forze armate, informano da Bruxelles, tra cui il comandante e il suo vice. Sospesa l’assistenza finanziaria al governo

È di ieri, 22 marzo, la decisione del Consiglio affari esteri dell’Unione europea di imporre sanzioni nei confronti di undici persone responsabili del colpo di Stato militare perpetrato in Myanmar il 1° febbraio scorso e della sanguinosa repressione militare e di polizia contro manifestanti pacifici, che sta lasciando una scia di morti. Le sanzioni – che non sono le prime da parte dell’Ue – colpiscono dice «ufficiali del più alto rango delle forze armate», si legge in un comunicato diffuso da Bruxelles, tra cui il comandante in capo Min Aung Hlaing e il vicecomandante in capo Soe Win. Colpito anche «il nuovo presidente della commissione elettorale dell’Unione», per il suo ruolo nell’annullamento dei risultati delle elezioni del 2020.

A tutti loro sono imposti il divieto di viaggio e il congelamento dei beni: «Il primo impedisce alle persone inserite nell’elenco di entrare o transitare nel territorio dell’Ue mentre il secondo riguarda i fondi o le risorse economiche che tali persone posseggono nell’Ue – prosegue la nota -. È fatto inoltre divieto ai cittadini e alle imprese dell’Ue di mettere fondi a disposizione delle persone ed entità inserite nell’elenco». Non solo: l’Unione europea ha anche sospeso l’assistenza finanziaria al governo, il congelamento di tutti gli aiuti agli organi governativi. Intanto continua una intensa azione diplomatica. L’Ue, in ogni caso, «vuole fare in modo che queste misure non abbiano conseguenze negative sulla popolazione e rimane ferma sostenitrice della popolazione del Myanmar/Birmania e della transizione democratica del Paese».

23 marzo 2021