Adolescenti, Covid-19 e nuove disuguaglianze

Il webinar promosso dall’Osservatorio salesiano per i diritti dei minori. Il nodo della povertà educativa. «Scuole chiuse il minor tempo possibile»

La pandemia è stata una «lente di ingrandimento» delle disuguaglianze già da tempo presenti in Italia. Disparità sociali che, mai come in questo ultimo anno, si sono inasprite, rendendo ancora più marginale la posizione dei tanti minori che vivono in nuclei familiari fragili o in contesti particolarmente svantaggiati. Se ne è parlato venerdì 5 marzo nel secondo incontro del progetto dal titolo “Gli adolescenti al tempo del coronavirus. Tra diritti negati, disuguaglianze e prospettive educative”, promosso dall’Osservatorio salesiano per i diritti dei minori, in sinergia con la Circoscrizione salesiana “Sacro Cuore” e Salesiani per il Sociale – Italia Centrale.

 “I diritti negati al tempo del Covid-19: le nuove disuguaglianze”: questo il tema del webinar che ha inteso evidenziare i fattori di divario nelle opportunità educative dei minori, puntando i riflettori sulla loro condizione di invisibilità. «Mai come oggi è importante assumere uno sguardo olistico nella progettazione delle politiche, poiché il benessere dei bambini non può essere “spacchettato” in settori – ha commentato Arianna Saulini, portavoce del Gruppo Crc -. Un approccio che dovrebbe essere mantenuto anche rispetto all’accesso a finanziamenti come il Fondo Next Generation dell’Unione Europea». In questa prospettiva «è fondamentale riconoscere i bambini e i ragazzi non semplicemente come figli o alunni ma come titolari di diritti e promuoverne l’ascolto». Richiamandosi all’undicesimo rapporto del Gruppo Crc sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, Saulini ha infine evidenziato l’impatto che la pandemia ha avuto su preesistenti differenze territoriali e criticità relative alla condizione dei minori più vulnerabili. Tra queste, la povertà educativa, fenomeno sempre più correlato a condizioni di disagio socioeconomico.

«Il 54% degli alunni di terza media con famiglie svantaggiate non raggiunge la sufficienza nei test invalsi – ha riferito Marco Rossi Doria, vicepresidente di Con i Bambini, presentando i dati del recente report “Scelte compromesse. Gli adolescenti in Italia, tra diritto alla scelta e povertà educativa minorile” dell’Osservatorio #conibambini, promosso da Openpolis e Con i Bambini -. Solo il 16,6% dei diplomati 2019 al liceo era figlio di operaio o lavoratore esecutivo, mentre i 2/3 dei figli con entrambi i genitori senza diploma non si diplomano a loro volta». Insomma, i gap educativi dipendono anche dalla condizione di partenza: «In Italia un adolescente su 3 deve recuperare il divario a causa di vari fattori: genitori con basso reddito o lavoro instabile, quartieri con poca offerta e la mancanza di esperienza in una scuola di infanzia – ha proseguito -. Non è solo una questione gravissima dal punto di vista dei diritti ma anche del potenziale mancato sviluppo economico e sociale del Paese».

Dello stesso parere è Andrea Morniroli, coordinatore del Forum disuguaglianze e diversità: «L’Italia è l’unico Paese in Europa che dal 2008 ad oggi ha disinvestito sull’educazione. La nostra occupazione giovanile è infatti intorno al 56%, mentre la media europea è all’82%». Da qui l’appello del coordinatore: «Anche oggi che la scelta sembra inevitabile, è importante che le scuole restino chiuse il minor tempo possibile – ha detto -. I figli e le figlie delle famiglie più povere, gli alunni con background migratorio e quelli con differenti abilità e bisogni educativi speciali rischiano di pagare di nuovo il prezzo più alto». Mai come oggi la scuola ha dunque bisogno di aprirsi al territorio «come risorsa e spazio di ricostruzione di un legame con esso – ha concluso -. Il tutto in un’ottica di integrazione tra pubblico e privato».

8 marzo 2021