Sacerdoti morti per il coronavirus: l’omaggio a 206 vite

In libreria il volume di Riccardo Benotti “Covid-19: preti in prima linea” (edizioni San Paolo). «L’idea – spiega – era abbinare un volto e un nome a queste storie»

«Spesso tra la gente c’è un’idea distorta dei preti italiani, vengono collegati solo agli abusi o a chissà cos’altro. E invece i nostri preti sono anche e soprattutto questo». Persone che sanno spendersi per gli altri, fino a dare la vita, sull’esempio di Gesù. È quello che è accaduto a tanti sacerdoti durante la pandemia di coronavirus. Riccardo Benotti, caposervizio del Sir, l’agenzia di informazione della Cei, ha raccontato in un libro – “Covid-19: preti in prima linea” (edizioni San Paolo) – la storia dei 206 sacerdoti morti dall’inizio dell’emergenza sanitaria fino al 30 novembre scorso. L’idea di scriverlo è nata quasi subito, spiega l’autore, «dopo la veglia del Papa a marzo nella solitudine di piazza San Pietro. Francesco ha ricordato spesso i sacerdoti che sono morti a causa della pandemia ma di fronte a tante vittime le loro storie e i loro nomi sono passati quasi in sordina. L’idea era quella di abbinare un volto e un nome a queste storie, di rendere omaggio alla loro memoria».

Alcune storie sono raccontate in maniera più estesa, altre in modo più sobrio ma per tutti c’è almeno un’ampia biografia. E alcune restano particolarmente impresse. Come quella di don Mario e don Giovanni Boselli, due gemelli della diocesi di Piacenza. «Erano anziani, erano nati nel 1932 ed erano molto conosciuti. Sono morti a quattro giorni di distanza l’uno dall’altro». Don Mario era molto amato nei luoghi in cui era stato parroco: «L’Italia non è fatta solo di grandi città – ricorda Benotti – ma anche di piccoli paesi, dove i sacerdoti sono molto radicati e questo era il caso di don Mario. Don Giovanni, poi, era noto anche oltre Piacenza». Da novello sacerdote, infatti, nel 1957, dovette celebrare la prima Messa in suffragio per un altro fratello morto in un incidente. «Da allora si era dedicato in particolare alle vittime della strada, aveva realizzato una specie di sacrario per loro nella sua canonica e ogni terza domenica di settembre celebrava una Messa per quanti hanno perso la vita sulle strade. Un appuntamento fisso che si era esteso a tutto il Nord Italia».

La presentazione del libro è firmata dal presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, e la prefazione dal vicario di Roma, il cardinale Angelo De Donatis. Entrambi hanno avuto il Covid. «Il cardinale De Donatis mi ha raccontato come sia stato un momento difficile, prima al Gemelli e poi a casa, in quarantena. Mi ha confidato la difficoltà di dover fare tutto da solo e la profonda gratitudine per quanti gli lasciavano davanti alla porta la spesa o qualcosa di preparato. E la riscoperta – conclude Benotti – della vicinanza a chi sta male insieme al grande sostegno della preghiera, elevata per lui dalla diocesi e non solo, che ha sentito in maniera molto concreta».

8 marzo 2021