Gli specializzandi della Cattolica al Gemelli raccontati in “Allievi”

La docu-serie medical di Chiara Salvo, in onda in seconda serata su Tv2000 dal 15 marzo. 7 puntate, dedicate ognuna alla giornata tipo di 3 giovani medici

Sono i medici specializzandi della facoltà di Medicina e chirurgia della Cattolica che operano all’interno del Policlinico Gemelli i protagonisti di “Allievi”, la docu-serie di Chiara Salvo che andrà in onda in seconda serata su Tv2000 a partire dal 15 marzo. Sette puntate, per raccontare ogni volta la giornata tipo di tre specializzandi – che frequentano diverse scuole di specializzazione – e le loro interazioni con i pazienti e con i medici dell’ospedale. Uno di loro è sempre in attività nel Pronto soccorso, in prima fila anche nella lotta al Covid-19. Il risultato: un racconto corale dell’umanità dei medici e dei malati, nella quotidianità dei reparti di un grande ospedale, con il carico di emozioni, fatiche e speranze. A cominciare dai video e dalle foto della cerimonia di laurea, momento culminante del percorso di studi e porta d’ingresso della professione sul campo.

Obiettivo puntato sulla relazione tra medico e paziente, dunque: persone che lottano dalla stessa parte, contro la malattia. «Saper curare è soprattutto prendersi cura e dare sollievo». Lo ha evidenziato il rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli, intervenendo alla presentazione della docu-serie, ieri mattina, 4 marzo, nell’Aula Brasca del Policlinico Gemelli. «Dedizione e umanità verso i malati, accanto al richiamo a un elevato livello di professionalità»: questi i punti di forza messi in luce dal rettore, che esprimono «il tratto distintivo e lo speciale valore che l’Università Cattolica promuove tra i propri studenti in ogni grado della formazione alla professione medica». Centrando l’attenzione sul rapporto del medico con il paziente e con i familiari, ha evidenziato ancora Anelli, la docu-serie di Tv2000 «coglie un aspetto cruciale della nostra missione educativa e dell’impegno dei nostri allievi, e perciò anche il nesso che unisce gli anni degli studi e quelli dell’esercizio della professione medica». Anche in questi mesi di limitazione dei contatti tra pazienti e familiari, per il contenimento della pandemia di coronavirus. Una circostanza nella quale, ha rivendicato il rettore, «i nostri medici specializzandi hanno avuto modo di esprimere con particolare attenzione e abnegazione il connubio tra professionalità e sensibilità umana, offrendo un contributo inestimabile. Questi giovani medici – ha aggiunto – sono una risorsa preziosa per la sanità del nostro Paese e – per il loro entusiasmo e desiderio di crescere – un valore a lungo termine, che travalicando il solo ambito medico, conferisce fiducia all’intera società».

Anche per il preside della facoltà di Medicina e chirurgia della Cattolica Rocco Bellantone, «questi giovani ci ricordano che l’atto medico e il lavoro di corsia sono prima di tutto un atto umano. Ed è proprio l’umanità, soprattutto in questo tempo di pandemia che ha reso tutti più vulnerabili, a manifestarsi quale priorità nell’esercizio della professione medica molto più che in passato». Tv2000, ha aggiunto, «ci ha offerto una grande opportunità per porre l’accento sulla passione, sull’entusiasmo e sulla capacità di risolvere i problemi, legata più all’istinto che all’esperienza clinica».

A dare voce a Tv2000, il direttore Vincenzo Morgante, che ha ribadito la convinzione che «portare al grande pubblico le straordinarie storie di questi specializzandi fosse il giusto riconoscimento del loro servizio al Sistema sanitario nazionale e al Paese. Si cura la malattia ma soprattutto il malato – ha aggiunto -. E il racconto della docu-serie “Allievi” parte proprio da qui. In questo tempo difficile di pandemia per noi anche questo si identifica con il fare servizio pubblico e portare nelle case degli italiani le storie di questi bravissimi giovani medici e del loro impegno, attraverso un duro e lungo iter di formazione, per dare sollievo ai malati e ai loro familiari».

L’autrice Chiara Salvo, raccontando i giorni delle riprese, ha parlato di «un’esperienza umana e professionale indimenticabile. Tutti noi della troupe – ha raccontato – abbiamo toccato con mano cosa significhi nel profondo sentire la vocazione del medico e cosa comporti per 12, 13 ore al giorno prendersi cura dei malati. È stato bellissimo lavorare con questi ragazzi, sentire il loro entusiasmo e la loro freschezza. Ma soprattutto vedere come, dalla parte dei pazienti, sia fondamentale essere curati da medici che credono profondamente in questo lavoro, un lavoro con cui possono cambiare il mondo».

5 marzo 2021