Francesco alla Lazio: lo sport insegni la lealtà

L’udienza in Aula Paolo VI. Intervenuti 7mila tra dirigenti, atleti e famiglie. «Coltivare, con l’attività sportiva, anche la dimensione spirituale»

L’udienza in Aula Paolo VI. Intervenuti circa 7mila tra dirigenti, atleti, simpatizzanti e famiglie. «Coltivare, con l’attività sportiva, anche la dimensione spirituale»

«Ogni disciplina sportiva ha un suo valore, non solo fisico o sociale, ma anche morale, in quanto offre la possibilità alle persone, specialmente ai ragazzi e ai giovani, di crescere nell’equilibrio, nell’autocontrollo, nel sacrificio e nella lealtà verso gli altri». Lo ha detto Papa Francesco ricevendo in udienza questa mattina, giovedì 7 maggio, in Aula Paolo VI, circa 7mila tra dirigenti, atleti, sportivi, simpatizzanti e famiglie della Società Sportiva Lazio. E proprio sulla lealtà che lo sport incrementa il pontefice si è voluto soffermare, contrapponendola a quella «abitudine del tradimento» che «cresce un po’ dappertutto». Di qui l’esortazione a proseguire sulla strada «al servizio dell’aggregazione dei giovani e delle famiglie».

Ripercorrendo la storia della polisportiva, nata nel 1900, Francesco ha evidenziato come un gruppo di giovani volle «creare una società sportiva che fosse accessibile ai giovani del popolo e che tramandasse i valori morali ed etici dello sport». All’epoca infatti «lo sport organizzato era prerogativa delle persone facoltose». L’intento di quel gruppo fondatore era invece quello di «diffonderlo a tutti i livelli e in tutte le categorie sociali». Valorizzare i diversi talenti: questa l’eredità contenuta in quella storia, che il Papa ha invitato a raccogliere. «La vostra società sportiva – ha continuato – sia sempre una casa aperta, dove si possa sperimentare la fraternità e l’armonia fra le persone, senza discriminazione». Coltivando sempre, «insieme all’attività sportiva, anche agonistica, la dimensione religiosa e spirituale».

“Nella concordia le piccole cose crescono, nella discordia le più grandi decadono”: il motto della società, ha sottolineato ancora Francesco, si è tradotto nella lunga storia della Lazio: nata come piccola realtà podistica, col tempo «si è arricchita di diverse attività associate e si è articolata in numerose sezioni sportive», a cui hanno aderito «tanti soci, atleti, e sostenitori di ogni età, uniti tra loro dal comune spirito olimpico e dal desiderio di reciproca solidarietà». Per il pontefice, «un merito della polisportiva Lazio è quello di avere operato per dare pari dignità a tutti gli sport. In Italia, come anche nel mio Paese, in Argentina, si rischia di parlare sempre del calcio e di trascurare gli altri sport».

Da ultimo, un monito. A volte, ha rimarcato il Papa, «capita che un ragazzo o una ragazza, per gli allenamenti e le gare, lasci perdere la Messa, la catechesi. Questo non è buon segno, vuol dire che si è persa la scala di valori. Come pure non bisogna trascurare lo studio, le amicizie, il servizio ai poveri». In realtà, «il vero sport favorisce la costruzione di un mondo più fraterno e solidale, contribuendo al superamento di situazioni di ingiustizia e di disagio umano e sociale».

S.S. Lazio dal Papa

7 maggio 2015