Settimana Santa, gli orientamenti della Cei: «Celebrazioni in presenza»

Dalla presidenza della Conferenza episcopale alcune indicazioni relative ai giorni che preparano alla Pasqua. L’invito al «rispetto dei decreti governativi»

Celebrazioni liturgiche in presenza, «nel rispetto dei decreti governativi riguardanti gli spostamenti sul territorio» oltre che delle misure precauzionali contenute nel Protocollo stipulato con il presidente del Consiglio dei ministri e il ministro dell’Interno il 7 maggio 2020, integrato con le successive indicazioni del Comitato tecnico-scientifico. È la prima indicazione che arriva dalla presidenza della Conferenza episcopale italiana per le celebrazioni della Settimana Santa, anche alla luce della Nota pubblicata, il 17 febbraio, dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. «Solo dove strettamente necessario o realmente utile, si favorisca l’uso dei social media per la partecipazione alle stesse – si legge nel testo -. Si raccomanda che l’eventuale ripresa in streaming delle celebrazioni sia in diretta e mai in differita e venga particolarmente curata nel rispetto della dignità del rito liturgico». I media della Cei in ogni caso, a partire da Tv2000 e dal Circuito radiofonico InBlu2000, copriranno tutte le celebrazioni presiedute dal Santo Padre.

Per la Domenica delle Palme, «la commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme sia celebrata con la seconda forma prevista dal Messale Romano. Si evitino assembramenti dei fedeli; i ministri e i fedeli tengano nelle mani il ramo d’ulivo o di palma portato con sé; in nessun modo ci sia consegna o scambio di rami. Dove si ritiene opportuno si utilizzi la terza forma del Messale Romano, che commemora in forma semplice l’ingresso del Signore in Gerusalemme». La Messa crismale «sia celebrata la mattina del Giovedì Santo o, secondo la consuetudine in alcune diocesi, il mercoledì pomeriggio». Qualora fosse impedita «una significativa rappresentanza di pastori, ministri e fedeli», il vescovo diocesano «valuti la possibilità di spostarla in un altro giorno, entro il tempo di Pasqua». Nella stessa giornata, «nella Messa vespertina della Cena del Signore, sia omessa la lavanda dei piedi. Al termine della celebrazione, il Santissimo Sacramento potrà essere portato, come previsto dal rito, nel luogo della reposizione in una cappella della chiesa dove ci si potrà fermare in adorazione, nel rispetto delle norme per la pandemia, dell’eventuale coprifuoco ed evitando lo spostamento tra chiese al di là della propria parrocchia».

Riguardo alla celebrazione del Venerdì Santo, riprendendo l’indicazione del Messale Romano, è l’esortazione della presidenza Cei, «il vescovo introduca nella preghiera universale un’intenzione “per chi si trova in situazione di smarrimento, i malati, i defunti”. L’atto di adorazione della Croce mediante il bacio sia limitato al solo presidente della celebrazione».
La Veglia pasquale poi, il Sabato Santo, «potrà essere celebrata in tutte le sue parti come previsto dal rito, in orario compatibile con l’eventuale coprifuoco».

Tutte le indicazioni offerte, precisano dalla Conferenza dei vescovi, «sono estese a seminari, collegi sacerdotali, monasteri e comunità religiose». Per quanto riguarda le espressioni della pietà popolare e le processioni, «sia il vescovo diocesano a offrire le indicazioni convenienti».
Il sito Unitinellasperanza.it rimane un possibile riferimento anche per la sussidiazione, offerta dall’Ufficio liturgico nazionale e con contributi provenienti dal territorio.

25 febbraio 2021