Franco Nembrini “racconta” il suo Miguel Manara

Al via il 20 febbraio sei incontri online per accompagnare il tempo di Quaresima, presentati da don Fabio Rosini, direttore del Servizio diocesano per le vocazioni, e don Andrea Lonardo, direttore dell'Ufficio diocesano per la cultura e l'università

«Un dono per la Quaresima». Don Fabio Rosini e don Andrea Lonardo, rispettivamente direttori del Servizio per le vocazioni e dell’Ufficio per la cultura e l’università della diocesi di Roma, definiscono così il ciclo di 6 incontri online da domani, 20 febbraio, fino al 27 marziìo, alle ore 21.30, in streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma e sul canale YouTube Lapartemigliore. Protagonista: il Miguel Mañara raccontato dalla penna del drammaturgo lituano Oscar Vadislas de Lubicz Milosz nel 1912, presentato da Franco Nembrini, insegnante di italiano, tra i fondatori della scuola “La Traccia di Calcinate (Bergamo), già presidente della Federazione opere educative della Compagnia delle Opere e membro della Consulta di pastorale scolastica della Cei e dal 2018 nel dicastero pontificio per Laici, famiglia e vita, che al testo di Milosz ha dedicato anche un libro edito da Centocanti.

Nella Siviglia del 1656 don Miguel Mañara è un giovane nobile e un gran seduttore ma vive una profonda insoddisfazione, fino all’incontro con una giovane donna che lo aiuta a capire cosa gli manca davvero: una sposa. Inizia così una nuova vita ma poco dopo le nozze sua moglie Girolama muore. L’esperienza del dolore costringe ancora una volta il giovane a guardare in fondo al suo cuore: deciderà di farsi frate e morirà in odore di santità. Una storia, quella raccontata da Milosz, ispirata alla vita di un religioso spagnolo realmente esistito e vissuto nel Seicento, che già lo scorso anno avrebbe dovuto essere al centro del cammino di preparazione alla Quaresima con alcuni incontri nella basilica di San Giovanni in Laterano, annullati poi a motivo dell’emergenza sanitaria.

«Neanche a farlo apposta – riflette Nembrini, insegnante di italiano, tra i fondatori della scuola “La Traccia di Calcinate (Bergamo), già presidente della Federazione opere educative della Compagnia delle Opere e membro della Consulta di pastorale scolastica della Cei – la vicenda è ambientata proprio nel periodo quaresimale: comincia con la grande confessione che possiamo identificare liturgicamente con la celebrazione delle Ceneri e propone un cammino di conversione, cioè di riappropriazione dell’umano, che culmina con la gloria della Risurrezione, ovvero con il miracolo della guarigione del paralitico».

Un incontro, quello di Nembrini con il testo di Milosz, che risale all’età dell’adolescenza: ai 17 anni, per la precisione, quando «ho incontrato don Luigi Giussani e ho ritrovato la fede. È stato il libro della mia vita – ricorda -, mi ha accompagnato nel definirsi della mia vocazione, ha risposto alle mie domande più profonde e più vere circa la natura dell’amore, il significato del matrimonio, il valore dell’amicizia, il mistero del dolore. Per la sua semplicità e la sua radicalità si presta in modo clamoroso a interpretare la domanda di senso di un’intera generazione e la possibilità di una risposta positiva alla domanda se la vita sia un bene e se sia ancora possibile amare».»

19 febbraio 2021