La Quaresima, tempo per «rinnovare la nostra fede»

Presentato il messaggio del Papa per la Quaresima. Digiuno, elemosina e preghiera per «incarnare una fede sincera, una speranza viva e una carità operosa». L’invito a prendersi cura di chi soffre per il Covid-19

La Quaresima, tempo di conversione caratterizzato da digiuno, elemosina e preghiera, è il tempo propizio in cui «rinnoviamo la nostra fede, attingiamo l'”acqua viva” della speranza e riceviamo a cuore aperto l’amore di Dio che ci trasforma in fratelli e sorelle in Cristo». È il filo conduttore del messaggio di Papa Francesco per la Quaresima “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme. Quaresima: tempo per rinnovare fede, speranza e carità” presentato dal cardinale Peter K.A. Turkson, prefetto del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, dal segretario dello stesso dicastero, monsignor Bruno Marie Duffé, e da Marcela Szymanski, della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre, in collegamento da Bruxelles.

Il pontefice ricorda come le tradizionali pratiche quaresimali ci permettono di vivere in maniera più profonda le tre virtù teologali: «La via della povertà e della privazione (il digiuno), lo sguardo e i gesti d’amore per l’uomo ferito (l’elemosina) e il dialogo filiale con il Padre (la preghiera) ci permettono di incarnare una fede sincera, una speranza viva e una carità operosa. Accogliere e vivere la Verità manifestatasi in Cristo significa prima di tutto lasciarci raggiungere dalla Parola di Dio», spiega il pontefice. Una verità che non è «una costruzione dell’intelletto, riservata a poche menti elette» ma «un messaggio che riceviamo e possiamo comprendere grazie all’intelligenza del cuore, aperto alla grandezza di Dio». Così «il digiuno vissuto come esperienza di privazione porta quanti lo vivono in semplicità di cuore a riscoprire il dono di Dio» e «chi digiuna si fa povero con i poveri e “accumula” la ricchezza dell’amore ricevuto e condiviso». Pertanto «digiunare vuol dire liberare la nostra esistenza da quanto la ingombra, anche dalla saturazione di informazioni – vere o false – e prodotti di consumo, per aprire le porte del nostro cuore» a Dio.

L’«acqua viva» della speranza è quella a cui fa riferimento il Salvatore nel dialogo con la samaritana: «Gesù ci parla del futuro spalancato dalla misericordia del Padre. Sperare con Lui e grazie a Lui vuol dire credere che la storia non si chiude sui nostri errori, sulle nostre violenze e ingiustizie e sul peccato che crocifigge l’Amore. Significa attingere dal suo Cuore aperto il perdono del Padre». E se in questo «contesto di preoccupazione in cui viviamo e in cui tutto sembra fragile e incerto, parlare di speranza potrebbe sembrare una provocazione», la quaresima è il tempo favorevole per «rivolgere lo sguardo alla pazienza di Dio» soprattutto attraverso la confessione: «Ricevendo il perdono, nel sacramento che è al cuore del nostro processo di conversione, diventiamo a nostra volta diffusori del perdono». Concretamente, Francesco invita in questo periodo a «dire parole di incoraggiamento, che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolano, invece di parole che umiliano, che rattristano, che irritano, che disprezzano». Per fare questo servono «raccoglimento e preghiera silenziosa» in cui «la speranza ci viene donata come ispirazione e luce interiore, che illumina sfide e scelte della nostra missione», incontrando «il Padre della tenerezza».

Infine, la carità, «slancio del cuore che ci fa uscire da noi stessi e che genera il vincolo della condivisione e della comunione», che «soffre quando l’altro si trova nell’angoscia: solo, malato, senzatetto, disprezzato, nel bisogno. Vivere una Quaresima di carità – afferma il Papa – vuol dire prendersi cura di chi si trova in condizioni di sofferenza, abbandono o angoscia a causa della pandemia di Covid-19. Nel contesto di grande incertezza sul domani, offriamo con la nostra carità una parola di fiducia e facciamo sentire all’altro che Dio lo ama come un figlio».

«Il messaggio quaresimale del Papa – ha detto nella presentazione il cardinale Turkson – evoca la tradizione cultuale e sociale del popolo di Dio nella Bibbia, secondo la quale “salire a Gerusalemme” implicava un pellegrinaggio alla casa di Dio. Questa volta, però, quando Gesù salirà a Gerusalemme con i suoi discepoli, la destinazione sarà il Golgota, e sarà il luogo in cui Dio rivelerà il suo amore per l’umanità». Il Papa «raccoglie e organizza le lezioni della passione, crocifissione e risurrezione di Gesù in una triade di virtù teologali: fede, speranza e carità, e una triade di esercizi quaresimali: auto-impoverimento (come nel digiuno e nell’astinenza), preghiera e carità-allegria. Queste due triadi sono intrecciate insieme» e «sono virtù ed esercizi che Gesù stesso ha vissuto e trasmesso ai suoi seguaci per essere vissuti anche da loro: per renderli più simili a Cristo! Con il suo messaggio quaresimale, Papa Francesco ci raccomanda le stesse virtù ed esercizi che Gesù insegnò ai suoi discepoli, per il nostro cammino quaresimale».

Duffé ha ricordato che «siamo chiamati a camminare con Cristo verso una nuova vita e un nuovo mondo, verso una nuova fiducia in Dio e nel futuro, in un contesto segnato dall’ansia, dal dubbio e talvolta anche dalla disperazione. Sappiamo che la crisi sanitaria di Covid-19 sta causando una crisi sociale in cui molti stanno attraversando un periodo di passione e morte. La Quaresima – ha concluso – è un tempo di donazione» e «ci apre un cammino di conversione sulle orme di Gesù». Nelle parole di Marcela Szymanski infine la testimonianza sulle persecuzioni subite da quanti non hanno voluto rinunciare alla loro fede.

12 febbraio 2021