Allarme tratta, la pandemia ha acuito il dramma

L’8 febbraio la VII Giornata mondiale. La maratona di preghiera sul web. Suor Venturelli (Usmi): «Fare luce sul modello di economia dominante»

Frutta oltre 150 miliardi di dollari ogni anno – due terzi dei quali provengono dallo sfruttamento sessuale – la tratta di persone, fenomeno che «la pandemia di Covid-19 ha acuito, evidenziandone limiti e contraddizioni e aumentando i rischi e i disagi di chi ne è coinvolto, subendolo». A spiegarlo è suor Maria Rosa Venturelli, coordinatrice della rete anti-tratta dell’Usmi (Unione superiori maggiori d’Italia) nazionale, del Lazio e di Roma, che afferisce alla rete mondiale Talitha Kum. Nata nel 2009, la realtà di sostegno e prevenzione ispirata alle parole contenute nel Vangelo di Marco – “Fanciulla, io ti dico, alzati” -, rivolte da Gesù alla figlia dodicenne di Giairo che giaceva apparentemente senza vita, «in soli dieci anni è arrivata a coordinare 52 reti di religiose presenti in più di 90 Paesi di tutti i continenti », dice ancora la religiosa.

Quest’anno, la VII Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, che si celebra oggi, 8 febbraio – memoria liturgica di santa Bakhita, la suora sudanese divenuta simbolo dell’impegno della Chiesa contro la tratta perché venduta all’età di 7 anni ai fini dello sfruttamento sessuale -, «accende i riflettori proprio sul modello economico dominante », illustra Venturelli. «La tratta di persone è parte integrante di questa economia, laddove le vittime di questo sistema vengono considerate “merci” inserite negli ingranaggi di una globalizzazione governata dalla speculazione finanziaria e dalla concorrenza sottocosto». Serve quindi una visione strutturale e globale della tratta «per scardinare tutti quei meccanismi perversi che alimentano l’offerta e la domanda di persone da sfruttare – continua -, perché è il cuore dell’intera economia a essere malato».

In particolare, il Comitato internazionale ha organizzato una maratona di preghiera on-line sul tema “Economia senza tratta di persone”, che – dalle 10 alle 17, ora italiana – attraverserà in diretta streaming le diverse aree del pianeta e sarà trasmessa sul canale Youtube denominato
preghieracontrotratta” mentre #PrayAgainstTrafficking sarà l’hastag ufficiale dell’iniziativa. «Sarebbe bello che in tanti si facessero ispirare nella preghiera dalla scultura “Let the Oppressed Go Free”, realizzata dallo scultore Tim Schmalz e che è immagine simbolo di questa edizione della Giornata mondiale contro la tratta – auspica madre Venturelli -. L’icona di santa Bakhita che apre la botola e fa uscire delle persone da una condizione di oppressione è un segno di speranza, perché chi viene liberato è raffigurato in movimento, a dire che al di là della sofferenza per quanto sperimentato, c’è uno sguardo che punta in avanti».

Ancora, la religiosa sottolinea che «è importante sensibilizzare le persone su questo tema, che risulta spesso “tabù” e che talvolta fatica a entrare anche nella riflessione e nell’attività pastorale delle parrocchie. Ma conoscere serve a prevenire, ecco perché le nostre iniziative vorrebbero essere come una strada di luce che si apre». Con questo scopo, da gennaio, è stato avviato anche il percorso diocesano di formazione online per realtà ecclesiali che operano a sostegno alle vittime della tratta: l’itinerario si concluderà il prossimo 26 aprile con un incontro di verifica presieduto dall’arcivescovo Gianpiero Palmieri, vicegerente della diocesi di Roma.

8 febbraio 2021